La svolta della Figc: via libera al professionismo per il calcio femminile

«Siamo la prima federazione in Italia ad avviare questo percorso», ha detto il presidente Gabriele Gravina

Il calcio femminile passa al professionismo. Lo ha deciso il Consiglio federale della Figc che, proprio oggi 26 aprile, ha completato le modifiche normative in merito al passaggio al professionismo per la Serie A femminile a partire dalla prossima stagione calcistica. «Dal primo luglio inizia il percorso del professionismo del calcio femminile, siamo la prima federazione in Italia ad avviare e ad attuare questo percorso», ha dichiarato il presidente Gabriele Gravina.


Il dietrofront (poi ritirato) della Serie A

Dopo un primo entusiasmo, la svolta è stata osteggiata. Quando è stata affrontata la pratica in Consiglio Federale, la Serie A, rappresentata da Lotito, Marotta e dal presidente Lorenzo Casini, ha votato contro. Il presidente della Lazio Claudio Lotito ha dichiarato poi che si è trattato di un «malinteso». Poco dopo Casini ha chiesto al presidente Gavrina di effettuare nuovamente la votazione. Il numero uno della Figc, sollecitato sulla vicenda, ha dichiarato: «C’è stata qualche piccola resistenza della Lega di A che riteneva di proporre un eventuale rinvio ma poi abbiamo raggiunto un accordo perché non si poteva tornare indietro. Quando si delibera qualcosa bisogna essere coerenti».


Tra i parametri presentati dal presidente federale e adottati poi dal Consiglio Federale – nell’ambito delle norme relative alle Licenze Nazionali per l’iscrizione ai prossimi campionati – vi è l’indice di liquidità dal valore di 0,5 per la Lega di A e di 0,7 per Lega Pro e Lega di B. La Serie B si è astenuta dal votare tale indice. Il presidente Gavrina ha affermato che si tratta di «un indice di liquidità ammissivo a 0,5 per la Lega di Serie A con soli due correttivi che sono quelli storici, senza ulteriori variazioni richieste dalla Serie A». Ha poi aggiunto che «i correttivi tengono conto sia della parte relativa al patrimonio sia di quella relativa al rapporto costi-ricavi del mondo lavoro allargato. La Lega di A ha votato contro e chiedeva lo 0,4 con alcuni correttivi che non abbiamo ritenuto accettabili».

Foto in copertina di repertorio: EPA/TOLGA BOZOGLU

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