Il nazista antisemita e l’area politica degli ex Azov utili alla propaganda russa – L’inchiesta

Oleg è l’esempio di quei volontari nazisti che si erano uniti al battaglione per poi trovarsi costretti a lasciarlo per legge

Il 2 aprile avevamo pubblicato il primo capitolo di uno speciale sul battaglione Azov, protagonista principale delle narrazioni ucraine e soprattutto di quelle russe di Vladimir Putin. Nel secondo capitolo abbiamo trattato una delle foto simbolo della propaganda filorussa, quella dei volontari Azov a Mariupol con la bandiera nazista, la quale ci ha permesso di tracciare una linea tra l’estremista Oleg Penya, tutt’altro che un semplice combattente, e il movimento di Andriy Biletsky. Di fatto, questi personaggi hanno permesso alla propaganda russa di convincere che l’Ucraina sia controllato dai nazisti. Ciò che Vladimir Putin non dice, e non solo lui, è che gli Azov “originali” odiano Zelensky. Non solo, non fanno più parte del battaglione.


Il nazista del Settore Destro

Oleg Penya (il cui vero cognome è Piontkovsky) non è un utente qualsiasi, così come non è un qualsiasi combattente volontario del Battaglione Azov. Precisiamo: ex combattente Azov. Intorno agli anni 2000, Oleg era già noto nella cittadina di Zhytomyr, a ovest di Kiev, dove faceva parte degli skinhead per poi diventare capo dell’associazione di estrema destra dei Nazionalsocialisti autonomi di Zhytomyr (Автономні націонал соціалісти Житомира).


Una delle foto pubblicate nel 2012 da Oleg (evidenziato in rosso)

In un articolo del 3 marzo 2014, Oleg viene riconosciuto come rappresentante ufficiale di Zhytomyr del partito politico Settore Destro (Pravy Sektor – Пра́вий се́ктор), così come responsabile dell’occupazione dell’occupazione degli edifici dell’amministrazione regionale e del rovesciamento della statua di Lenin e Marx nella cittadina.

Oleg negazionista della Covid-19.

Nel 2020, Oleg e i suoi si sono fatti riconoscere nuovamente a Zhytomyr nella veste di negazionisti della Covid-19: «Il coronavirus è una truffa e non ci vergogniamo a dirlo», ha dichiarato Oleg durante una manifestazione tenutasi il 28 luglio 2020 sotto l’ufficio del sindaco.

Dai volontari Azov al gruppo paramilitare

Dopo l’esperienza armata come volontario nel Battaglione Azov, Oleg è diventato membro del gruppo paramilitare “The National Militia” (“НАЦІОНАЛЬНІ ДРУЖИНИ“), contestato e ritenuto nel 2018 un pericolo per la democrazia del Paese, ma soprattutto un pretesto utile per la propaganda russa contro l’Ucraina.

Di fatto, Oleg non è più un combattente del Battaglione Azov. Una volta che il gruppo è entrato a far parte delle forze regolari ucraine, la sua fedina penale gli impediva di continuare l’avventura. Oltretutto, non avrebbe potuto propagandare la sua ideologia nazista, in quanto il nuovo Governo lo aveva vietato per legge. Nulla gli impediva di proseguire con i paramilitari affiliati a un partito politico, “National Corps” (“Національний корпус”) fondato dall’ex capo del battaglione Azov Andriy Biletsky. Eccoli, insieme, in una foto pubblicata in un articolo del Financial Times del 29 marzo 2022.

I “No” a Poroshenko, USA, Europa e Nato

Il movimento Nazionalsocialisti autonomi di Zhytomyr, con a capo Oleg, ha sempre manifestato le posizioni anti Proroshenko, non a caso lo definiscono “un bastardo morto”. Del resto, durante il suo governo venne approvata la legge che vieta la propaganda nazista.

L’odio verso Proroshenko non è recente. Per gli estremisti di destra, la sua vittoria alle elezioni è stata una sconfitta in quanto avrebbero dato in mano il Paese agli ebrei e a Israele.

Da Israele agli Stati Uniti. Risulta innegabile che nell’agosto 2013 il movimento di estrema destra, guidato da Oleg, abbia chiesto al governo Ucraino, guidato dal filorusso di Viktor Janukovyč di fornire assistenza militare alla Siria «per proteggerla dagli Stati Uniti e da Israele».

Per quanto riguarda l’Unione europea, il pensiero trasmesso è quello di un’Ucraina libera da condizionamenti esterni e nazionalista. Non sorprende notare immagini dove la bandiera europea viene identificata come una nuova Unione sovietica.

L’obiettivo del movimento, dichiarato in un post del dicembre 2013 su VK, è quello di andare al Governo per dettare le proprie volontà al mondo e non come “burattini” dell’Europa occidentale o della Russia. Già in quel periodo dimostravano la loro lontananza sia dai partiti di Governo che da quelli di opposizione.

L’idea di stare all’interno di un gruppo di Paesi, di alleanze o comunità, non piace agli estremisti di destra (salvo che non siano creati da loro). Non solo l’Unione europea, anche la Nato rappresenta un altro nemico da allontanare. In un post del 25 giugno 2014, l’idea di un intervento Nato in Ucraina veniva visto come un’invasione e il controllo del Paese per mano dei «magnati americo-europei».

Il post Azov paramilitare

Azov è stato fondato dall’estremista Andriy Biletsky nel 2014. Il battaglione di volontari venne poi regolarizzato, incorporandolo all’interno della Guardia Nazionale ucraina. Questo portò la leadership del battaglione dei volontari, come spiega Radio Svoboda (Radio Liberty o Radio Free Europe, da non confondere con il nome del partito politico di estrema destra Svoboda), a spostare l’attenzione sul piano politico.

Come nel caso di Oleg, l’incorporazione doveva in qualche modo mitigare le posizioni politiche e l’attivismo di estrema destra all’interno di Azov. A rendere difficile questa operazione, come spiega un articolo del 2018 di Bellingcat, sono state le azioni dello stesso Biletsky con il suo partito politico e il gruppo paramilitare di cui fa parte lo stesso Oleg.

Il “tridente” di Azov. Immagine da Bellingcat.

Secondo quanto riportato da Bellingcat, che negli anni ha seguito con attenzione i movimenti neonazisti ucraini (e non solo), mentre Azov tentava di prendere le distanze dal neonazismo e dalla supremazia bianca man mano che cresceva, Biletsky rendeva difficile questo compito attraverso le sue dichiarazioni. Anche se non tutti i membri di Azov, o forse nemmeno la maggioranza, sono suprematisti bianchi o neonazisti, è impossibile negare che queste idee siano radicate nel suo fondatore.

National Corps, il partito politico anti Zelensky

«Il potere repressivo di Zelensky non si placa», così riporta un post pubblicato il 13 settembre 2021 dal canale Telegram del partito di Andriy Biletsky. Il caso riguardava il processo ad alcuni partecipanti di una manifestazione «contro la repressione dei nazionalisti e dei veterani da parte delle autorità». Durante il sit in di fronte al tribunale c’era anche il leader del partito.

Andriy Biletsky (a destra) durante il sit in a sostegno dei “patrioti ucraini” accusati di “teppisno”

In un post del 3 settembre 2021 del canale Telegram leggiamo un’accusa ancora più pesante nei confronti di Zelensky: «Il Governo di Zelensky assomiglia sempre di più al regime di Janukovyč. La più grande minaccia non sono i collaboratori del Cremlino, ma i difensori dell’Ucraina. Invece di imprigionare i traditori e gli agenti del Cremlino, le autorità operano contro i veterani di guerra gettandoli in prigione».

Risulta innegabile che il partito politico legato ad Azov fosse apertamente contro il Governo Zelensky. Di questo ne parleremo nel prossimo capitolo della serie dedicata al battaglione Azov, prima e dopo Maidan.

Nota – È stato corretto il nome del gruppo paramilitare.

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