L’ultima serata dell’Eurovision Song Contest si sta avviando verso la conclusione. Manca poco al conteggio dei voti, al calo di pressione di Laura Pausini e all’incoronazione dei Kalush Orchestra come vincitori di questa edizione. Sul palco sale una donna. Vestito scuro, trucco semplice, capelli sciolti. Giusto un po’ mossi. Comincia a cantare. Il pubblico riconosce le parole di Non ho l’età e inizia ad accompagnarla. Lei rimane ferma. È la voce a muoversi al suo posto. L’esibizione di Gigliola Cinquetti è passata sotto silenzio rispetto a tutto quello che abbiamo visto in questi giorni. Eppure è lì, elegante e sicura, a ricordarci che questo festival non è un prodotto della nostra epoca ma un’eredità che viene tramandata da lontano.
Gigliola Cinquetti è nata nel 1947 ed è stata la prima italiana a vincere un Eurovision. È successo nel 1964, quando di anni ne aveva appena 16. E non solo. Nel 1991 lo ha anche presentato a Roma, insieme a Toto Cutugno. Cinquetti rappresenta una storia che l’Italia ha definitivamente ricucito con questo Eurovision, dopo anni in cui aveva prima snobbato e poi abbandonato la competizione. L’Eurovision ha dimostrato che può entrare nel palinsesto degli eventi più seguiti nella nostra televisione. Certo, forse sono lontani i tempi in cui potrebbe contendere il primato al Festival di Sanremo ma lo show funziona e il pubblico sembra gradire. Forse l’Eurovision sta cambiando, o forse sono i nostri gusti ad essersi trasformati.
Top – Laura Pausini
Funziona benissimo. Nessun imbarazzo, buona capacità di improvvisazione e soprattutto il valore aggiunto: quando Laura Pausini si esibisce rende chiaro perché i biglietti per i suoi concerti spariscano come i parcheggi a Milano dopo le 19. La finale dell’Eurovision è cominciata come un medley delle sue canzoni, una delle migliori esibizioni di tutta la serata. Qualche intoppo solo nel momento in cui doveva spiegare la tipica gestualità italiana. Ma quella è stata colpa degli autori. Per favore, basta con questo gesto del tulipano. Aiutiamoci a uscire dai nostri stereotipi.
Top – Blanco e Mahmood
Lo sappiamo, lo sappiamo. Non è una valutazione obiettiva perché comunque sono arrivati sesti e perché (lo diciamo a malincuore) la performance aveva qualche piccolo difetto. Soprattutto per la coreografia. Ma, prima di tutto, non abbiamo mai detto di essere obiettivi in questo spazio, e poi non possiamo fare altro che ringraziare Blanco e Mahmood per tutto quello che ci hanno regalato in questi giorni, dalla mash up con la Kalush Orchestra al giro in monopattino fino al concerto improvvisato in piazza Vittorio. A presto.
Top – Kalush Orchestra
Le critiche sono state tanto immediate quanto prevedibili. Appena le quote dei Kalush Orchestra sono cominciate a salire, qualche utente Twitter particolarmente inacidito ha iniziato a far notare con cadenza quasi oraria che il motivo del successo riguardava solo la guerra in Ucraina e non la bellezza della canzone. Stefania non era la miglior canzone in gara ma i Kalush Orchestra hanno scelto di partire da un luogo di guerra, lasciare a casa famiglie e fidanzate, nuotare in mare di critiche e giudizi. E tutto per sventolare la bandiera ucraina nell’evento con più visibilità d’Europa. In queste settimane abbiamo imparato che quella mediatica è una guerra: i Kalush Orchestra hanno vinto la loro battaglia. Ci vediamo l’anno prossimo a Mariupol.
Flop – Il voto delle giurie

Se il vincitore dell’Eurovision fosse stato assegnato solo con il voto delle giurie nazionali la classifica sarebbe stata la seguente: primo il Regno Unito, seconda Svezia, terza Spagna. Si salvi la Svezia, Cornelia Jakobs è stata ottima. Ma perché tutta questa attenzione per un surfista rimasto impigliato in dei residui di carta stagnola? Per non parlare della Spagna. L’ennesima canzone dai ritmi latini pronta a confondersi con mille altre nelle playlist delle peggiori discoteche sulle spiagge. Sospettiamo che la scelta di Laura Pausini di allontanarsi dallo spoglio non fosse dovuta a un calo di pressione.
Flop – WRS
Siamo sinceri. Guardare l’Euorvision vuol dire anche prendersi un po’ di dose di trash. Ma con la Romania siamo andati oltre. La canzone, i vestiti, il balletto. La musica vagamente spagnoleggiante. Dai Wrs (complimenti per il nome oltretutto), non ci credi nemmeno tu.
Leggi anche:
- «L’Ue è con voi»: da von der Leyen a Michel, le reazioni dei leader europei alla vittoria dei Kalush Orchestra
- L’Eurovision è anche la gara dei meme: i 10 migliori della serata finale
- Eurovision, bloccati gli attacchi hacker durante la finale: «Così hanno provato a interferire nel voto online»
- Record di ascolti per la finale dell’Eurovision: oltre 6,5 milioni di spettatori e 41,9% di share
- Eurovision, Laura Pausini positiva al Covid: «C’era qualcosa che non andava»
- Sono solo le prove, ma Blanco è senza freni con i fan: in piedi sulle transenne prima del Radio Italia Live – Il video
- La presunta molestia sessuale nei confronti di Blanco durante il concerto in piazza Duomo – Il video
- Blanco ferma i suoi concerti, l’avviso ironico ai fan dall’ospedale: «Ho avuto un incidente (ma ora sto bene)» – Il video
- Mahmood costretto a sospendere i concerti, rinviate tre serate per «una brutta infiammazione alle corde vocali»
- Eurovision, calo di pressione per Laura Pausini: costretta a lasciare lo spoglio dei voti per 20 minuti
- Eurovision, i Kalush Orchestra dopo la vittoria: «Ora torniamo in Ucraina. Lotteremo per difendere il nostro Paese»
- L’Ucraina trionfa all’Eurovision. Vincono i Kalush Orchestra: «L’anno prossimo saremo felici di ospitarvi». Italia al sesto posto
- I Maneskin sul palco dell’Eurovision, la frecciata di Damiano: «Divertitevi e non avvicinatevi troppo al tavolo» – Il video
- Eurovision, l’appello della Kalush Orchestra: «Salvate Mariupol, salvate l’Azovstal!» – Il video
- Eurovision, Mahmood e Blanco incantano Torino. E il pubblico canta “Brividi” insieme a loro – Il video