L’offensiva della propaganda russa dopo la resa di Azovstal: sui social le perquisizioni dei tatuaggi sui soldati di Azov – Il video

A rilanciare le immagini c’è anche vice rappresentante permanente russo all’Onu, Alexander Alimov: «Ecco gli Azov che si arrendono. Eccoli fittamente decorati con tatuaggi che dimostrano che non c’è nazismo in Ucraina»

Dopo la conquista dell’acciaieria Azovstal da parte dell’esercito russo, e la resa di oltre 2mila soldati ucraini, tra cui diversi militari appartenenti al battaglione Azov, sui canali filo-russi sono apparsi diversi video in cui viene ripresa la resa degli ultimi militari rimasti nell’acciaieria di Mariupol’. In un video, rilanciato anche dal vice rappresentante permanente russo all’Onu, Alexander Alimov, i soldati ucraini vengono ripesi in un video mentre vengono identificati e sottoposti a controlli, ma in altri vengono fatti spogliare dalle truppe russe per mostrare i tatuaggi che hanno sul loro corpo. Nel filmato vengono a lungo ripesi i tatuaggi di svastiche, soli neri, aquile del Terzo Reich e croci rovesciate, a riprova del fatto, a detta di Mosca, che la Russia stia portando avanti una «denazificazione» dell’Ucraina. Alexander Alimov, su Twitter, ha pubblicato alcuni fotogrammi accompagnati dalla didascalia: «Gli Azov che si arrendono. Eccoli fittamente decorati con tatuaggi che dimostrano che non c’è nazismo in Ucraina. Anche stavolta Kiev li ha ingannati, suggerendo loro che qualcuno stesse pensando a loro. Nessuno ha bisogno dei nazisti, né lì né qui». Nel video pubblicato da Mosca viene anche ripreso un soldato a cui viene chiesto il perché di quei tatuaggi: «Errori di gioventù», è la risposta del soldato del battaglione Azov.


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