Zelensky a Draghi: «Non siamo pronti per veri negoziati: prima aiutateci a riconquistare i nostri territori»

Nella telefonata partita da palazzo Chigi, il presidente ucraino è tornato a chiedere all’Italia il sostegno militare necessario «per la nostra lotta di liberazione»

«Non siamo ancora pronti per dei veri negoziati di pace. Ne potremo discutere solo quando avremo riconquistato tutti i territori che la Russia ci ha sottratto dal primo giorno della guerra». Così il leader ucraino Zelensky nel corso della telefonata di ieri 21 maggio con il presidente del Consiglio italiano Mario Draghi. La pace tra Ucraina e Russia, dunque, sembra essere lontana. «Spero che l’Italia continui a sostenerci con i sistemi di difesa e i dispositivi militari che ci servono per la nostra lotta di liberazione», ha aggiunto Zelensky, come riporta Marco Galluzzo, oggi 22 maggio, sul Corriere della Sera. Il leader ucraino ha chiesto a Draghi di aiutare il suo Paese a entrare nell’Unione europea, «nonostante le resistenze di alcuni membri della Ue, a cominciare da Berlino». Ma anche di sbloccare il sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia in discussione a Bruxelles e di trovare una soluzione rapida per le «merci bloccate dai russi nei nostri porti».


Cosa ha detto Zelensky

Una telefonata voluta fortemente dal premier Draghi, come precisa lo stesso Zelensky in un tweet. Da Palazzo Chigi confermano quasi tutti i punti del colloquio telefonico e assicurano che il presidente del Consiglio farà tutto il possibile per sbloccare il sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia: a Bruxelles, infatti, molti Paesi sono spaccati sull’embargo al petrolio di Mosca. Draghi e Zelensky non si sono mai visti di persona, al momento sembra essere esclusa una tappa del premier italiano a Kiev. Una telefonata, quella di ieri, molto apprezzata dal leader ucraino che ha ringraziato il nostro Paese per il «sostegno incondizionato all’Ucraina nel suo percorso verso l’Ue. Abbiamo parlato di cooperazione sulla difesa – ha scritto su Twitter Zelensky – della necessità di accelerare il sesto pacchetto di sanzioni e di sbloccare i porti ucraini». Quanto alla pace, «l’Ucraina e solo l’Ucraina definirà quando e come finirà la guerra», hai detto ieri il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba. «Non abbiamo bisogno della terra di nessun altro, ma non rinunceremo a ciò che è nostro».


Foto in copertina da ANSA

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