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Ilaria Capua: «Con la peste suina rischiamo il lockdown dei maiali e il blocco dell’export»

23 Maggio 2022 - 05:42 Redazione
La scienziata: sarebbe un disastro perché bloccherebbe la filiera e causerebbe la distruzione di posti di lavoro

Il virus della peste suina non si trasmette all’uomo né per via diretta (con il contatto) né indiretta (attraverso gli alimenti). Ma proprio per questo, spiega oggi la scienziata Ilaria Capua in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, non c’è un vaccino efficace. Il virus circola da anni nell’Europa Centrale, ha provocato gli abbattimenti dei cinghiali a Roma e se entrasse nella filiera alimentare del suino in Italia sarebbe un disastro. Perché, spiega Capua nel colloquio con Massimo Sideri, si rischierebbe il lockdown dei maiali: «Mi auguro che non succeda, ma il mercato dei prodotti di origine animale funziona così. Sarebbe un disastro, perché vorrebbe dire bloccare tutta la filiera, posti di lavoro. Se non hai un vaccino è molto difficile controllare la malattia e la sua circolazione. Una volta che è arrivato all’interno di una popolazione recettiva potrebbe esplodere».

Capua aggiunge che in Italia «rischiamo che, anche in maniera un po’ strumentale, si possa arrivare a un blocco dell’export dei prodotti. È una malattia che non vuole nessun Paese. Forse anche per questo non si avverte l’allarme che si nasconde dietro la notizia più di colore, i cinghiali tra i cassonetti. Abbiamo già l’infezione in tre regioni: Piemonte, Liguria, Lazio. La prima cosa da fare è capire se c’è un legame». Ed è chiaro che uno dei fattori di introduzione del virus è proprio quello alimentare: «In letteratura sono riportati casi di camionisti che arrivano dalle zone infette (in questo caso verosimilmente da est), solo perché viaggia per migliaia di chilometri con i suoi panini farciti con l’insaccato fatto con il maiale di allevamento familiare. È sufficiente che a destinazione butti l’ultimo pezzo di panino e che un cinghiale lo mangi nella spazzatura ed ecco il primo caso. Oppure è arrivata tramite una catena di contagio legata ai movimenti di cinghiali infetti».

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