Covid, perché i No vax sono più convincenti degli esperti per i dubbiosi – Lo studio

Una ricerca esplora in che modo gli argomenti contro i vaccini riescono a convincere gli indecisi, risultando spesso più persuasivi degli scienziati

Il dubbio dovrebbe essere una delle colonne portanti del metodo scientifico, perché è il presupposto da cui partono gli esperimenti e il confronto tra interpretazioni diverse dei dati. Ma può essere usato anche in maniera pretestuosa, mascherando una posizione ben precisa e creando l’illusione che esistano ancora dibattiti aperti su questioni che trovano invece concorde la quasi totalità della Comunità scientifica. Lo abbiamo visto nel negazionismo del cambiamento climatico e più recentemente per i vaccini contro il nuovo Coronavirus. Uno studio apparso su Scientific Reports prende in esame il comportamento dei dubbiosi in relazione con soggetti pro-vaccino e No vax in più di 140 paesi, osservando come questi ultimi risultino sempre più persuasivi dei primi. Comprendere le ragioni di queste dinamiche potrebbe fare la differenza nelle future emergenze globali.


Il paradosso No vax

I ricercatori lo hanno chiamato «anti-vaccine paradox», ovvero il fenomeno che porta persone inizialmente neutrali a farsi persuadere maggiormente dagli atteggiamenti anti-vaccino, nonostante i vaccini salvino milioni di vite ogni anno e trovino il consenso nella maggior parte delle persone e degli esperti


Nonostante la loro sicurezza ed efficacia – continuano i ricercatori -, la copertura dei vaccini è diminuita in diversi Paesi portando a focolai di malattie precedentemente sotto controllo come il morbillo. Di conseguenza, nel 2018 l’Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato l’esitanza vaccinale una delle principali minacce per la salute globale. Capire come le persone possano essere persuase verso posizioni anti-vaccino è quindi di fondamentale importanza. Sappiamo già che le persone che hanno opinioni neutrali […] sono più influenzate da persone che hanno atteggiamenti anti-vaccini […]. Tuttavia, la sorprendente influenza della popolazione anti-vaccino sui neutri è sconcertante poiché ci sarebbero molte ragioni per prevedere il contrario.

Al momento chi ha fiducia negli esperti e sviluppa atteggiamenti pro-vaccino è in proporzione otto volte più numeroso, rispetto a chi presenta atteggiamenti anti-vaccino. Questi ultimi si vedono spesso disprezzati dagli altri. Resta quindi il dubbio che molti soggetti neutri si definiscano tali per evitare lo stigma sociale. Questo si traduce spesso col tipico incipit «non sono No vax, ma». Il problema è che quando si parla di campagne vaccinali occorrono ampie coperture di popolazione e imporre obblighi e misure muscolari potrebbe entrare in conflitto coi principi democratici. I ricercatori hanno osservato nelle simulazioni e nei dati reali, come la distanza tra neutrali e pro-vaccini possa essere la chiave della maggiore capacità persuasiva dei No vax. Si tratta di un aspetto decisivo, che può vanificare intere campagne vaccinali, impedendo che si raggiunga la cosiddetta «immunità di gregge».

È importante sottolineare che la distanza attitudinale ha anche un valore informativo – spiegano gli autori -, per un comportamento concreto in quanto maggiori distanze tra i neutrali e la popolazione pro-vaccino predicono un livello più basso di copertura vaccinale.

Il ruolo della distanza sociale

Alla luce di questo sarebbe del tutto sconsiderato dare per scontata l’ampia quota di popolazione che si fida dei vaccini, perché il germe del dubbio é sempre in agguato e come abbiamo visto fin dall’inizio è impensabile che non si possa dubitare. Tanto più che nella letteratura riguardante la modellazione dell’influenza sociale, vediamo che non contano solo gli argomenti, quanto la similitudine tra persone e la riprova sociale, ovvero quel meccanismo che porta ad adeguarci al comportamento che osserviamo nella situazione in cui ci troviamo.

Negli ultimi anni – continuano i ricercatori -, c’è stato un grande interesse per la comprensione e la modellazione dell’influenza sociale. Questi modelli si concentrano su come le persone sono influenzate dai loro coetanei e sono comunemente basati sul principio che le persone sono più influenzate da quelle simili a loro. Questo principio è supportato da prove sperimentali e concetti e teorie ben consolidate, come l’omofilia, il bias di conferma e la teoria del giudizio sociale.

Tanto nel marketing quanto nei guru delle teorie di complotto o delle medicine alternative, un approccio neutro risulta vincente perché tende a ridurre lo «spazio delle attitudini» o «spazio delle opinioni». Così una tendenza da parte dei pro-vaccino a stigmatizzare qualsiasi atteggiamento non conforme, porta i neutri nelle braccia dei gruppi No vax.

Carpentras et al, Scientific Reports, 2022 | Il ruolo della distanza sociale nel persuadere i neutri.

Perché gli esperti non bastano

Certamente è importante studiare campagne di informazione mirate. Ma è anche vero, che le persone a casa e per la strada interagiscono tra loro. Le misure individuali calate dall’alto tramite gli esperti non bastano. Bisogna anche studiare come la fiducia si propaga attraverso l’interazione sociale, in modo da prevenire future ondate di esitazione vaccinale. Pensiamo solo al fenomeno del backfire effect, che si presenta quando si ignorano a priori le correzioni basate sulle evidenze, arroccandosi nelle proprie convinzioni, anche se natura ed esistenza di tale fenomeno sono ancora oggetto di dibattito.

In questo lavoro – concludono gli autori -, abbiamo mostrato come lo studio dello spazio dell’atteggiamento […] sia un potente strumento per questo obiettivo. Inizialmente abbiamo fornito una spiegazione ingenua e intuitiva per questo fenomeno e poi l’abbiamo convalidata su una teoria più rigorosa tramite simulazioni e dati empirici. […] Inoltre, i responsabili politici dovrebbero considerare il possibile impatto della loro politica […] poiché ciò potrebbe comportare [il backfire effect, Ndr] e, quindi, produrre conseguenze impreviste come nuove ondate di sfiducia.

Come tutte le ricerche, anche questo studio ha i suoi limiti. I ricercatori non hanno studiato più in dettaglio i fattori in gioco nel backfire effect, come la testardaggine e altri tratti della personalità. Le popolazioni non sono monolitiche e diverse parti potrebbero comportarsi in maniera molto diversa tra loro. Possono essere molto diverse le ragioni per cui le persone si definiscono neutre, pro o contro i vaccini nel loro atteggiamento, anche nel rispondere agli stimoli. Staremo a vedere cosa emergerà nei prossimi studi, anche per altri campi, come il complottismo e il negazionismo del cambiamento climatico.

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