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Clima, il Parlamento europeo si spacca sulla riforma dell’Ets: il testo sul “diritto a inquinare” rispedito in Commissione

L'Eurocamera non trova l'accordo sulle date per lo stop alle "free allocation", i crediti che le aziende hanno e che possono comprare per aumentare la loro quota di emissioni

Fumata nera al Parlamento europeo di Strasburgo sulla riforma del sistema di scambio di quote di emissione di gas ad effetto serra, noto come sistema Ets (Emissions Trading Scheme). L’Europarlamento ha bocciato il testo con 265 voti a favore e 340 contro. L’affossamento della testo è arrivato sia da destra che da sinistra: solo il Ppe e Renew hanno votato a favore. Il documento torna quindi nelle mani della Commissione ambiente del Parlamento europeo per essere rinegoziato. Il punto su cui si è consumata la rottura gira intorno alla data in cui dovrebbe arrivare lo stop definitivo alle cosiddette free allocation, cioè i permessi per alcune aziende a emettere una certa quantità di CO2. Attualmente, le quote di emissioni possono essere anche acquistate dalle aziende sul mercato Ets: le imprese che hanno esaurito il loro margine di emissioni possono comprare quelle messe in vendita da altre aziende, che hanno invece inquinato meno e non hanno sfruttato al massimo il loro “diritto a inquinare”.

Questo meccanismo permette alle aziende più ricche di finanziare il proprio inquinamento senza effettivamente modificare il processo che lo genera ed un punto importante della norma era, appunto, prevedere una fase di transizione per eliminare questo mercato. Le date erano state anche riviste rispetto a quelle presenti nel testo originario: si era proposto il 2028 per iniziare la fase di phasing out dalle allocation, e il 2034 per arrivare al ban totale. Per Verdi, Sinistra e il gruppo S&D le date sono troppo lontane. Al contrario, per Identità e Democrazia e per il gruppo dei conservatori (Ecr) risultano essere troppo vicine. Il presidente della commissione ambiente Pascal Canfin l’ha definita una «situazione inaspettata» nella conferenza stampa successiva al voto. «Quelle due date sembravano essere sostenute dalla maggioranza dei gruppi parlamentari», ha detto Canfin.

Il voto di oggi sul Fit for 55

La riforma, formulata dalla Commissione europea, è una delle strategie di punta del più ampio piano per il Clima dell’Ue. L’intento della proposta è quello di incentivare sempre più industrie (dai trasporti al settore agricolo) a ridurre ulteriormente le proprie emissioni e a investire in tecnologie a basse emissioni di carbonio. Quello bocciato è solo uno di 8 proposte dettagliate al voto oggi a Strasburgo, che fanno parte del pacchetto Fit for 55 in 2030. Si tratta del piano europeo per ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990, per arrivare alla neutralità climatica (net-zero) entro il 2050, come stabilito dalla legge europea sul clima del 2021.

Immagine di copertina: EPA/JULIEN WARNAND

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