La nostra guerra: Italia sempre più preoccupata per i veleni politici in serie lanciati da Mosca

A Palazzo Chigi si fanno due domande: quanto è forte la pressione politica della Russia su Salvini? Riuscirà a spezzare il fronte europeo?

Perché l’ambasciata della Russia ha rivelato di aver pagato (per poi ricevere un rimborso) il viaggio di Matteo Salvini a Mosca? La nota delle feluche del Cremlino, arrivata dopo le indiscrezioni pubblicate dai giornali sulla Sos (segnalazione di operazione sospetta) di Bankitalia, potrebbe costituire un segnale vero e proprio. Al governo Draghi, che vede uno dei suoi azionisti mettere in dubbio la linea del premier. E allo stesso Salvini, che oggi più che mai appare l’oggetto delle pressioni di Mosca. Mentre sull’altro fronte si registra la moral suasion nei confronti di Silvio Berlusconi dopo le sue uscite “putiniane“. E Giuseppe Conte sta lavorando per ottenere un incontro con l’ambasciatore degli Stati Uniti in Italia. Anche per tranquillizzare Washington dopo la battaglia sull’invio delle armi all’Ucraina.


L’escalation del Cremlino

A raccontare in un retroscena l’escalation del Cremlino è oggi Repubblica. Che parte dalle voci di un viaggio di Salvini a Mosca, che si sono rincorse per tutto il mese di maggio. Condite dalle critiche degli altri esponenti della Lega al Capitano. Il quale ha prima fatto sapere di voler rinunciare e poi ha rilanciato anche per ragioni di campagna elettorale. Dal momento dell’annullamento del primo viaggio, spiegano Giuliano Foschini e Tommaso Ciriaco, tutto è cambiato. L’Italia ha cominciato a subire un’escalation di attacchi. Prima attraverso i media, con le accuse sulla “caratura morale” dei leader italiani e sulla missione “Dalla Russia con amore”. E ancora: gli attacchi a La Stampa per l’articolo di Quirico, con tanto di esposto alla procura successivamente archiviato. E le critiche sulla mancanza di libertà di stampa in Italia da parte dell’ambasciatore russo, rintuzzate da Draghi in persona.


In questo clima è sceso in campo Antonio Capuano. Su di lui  il Copasir ha di recente aperto un’indagine. L’avvocato incaricato da Salvini ha spiegato in una serie di interviste che che l’interlocutore per il viaggio a Mosca era «l’ambasciatore. Il segretario ha spiegato il suo progetto in quattro punti. Dall’altra parte è arrivata un’apertura di credito». Il quotidiano Domani ha raccontato nei giorni scorsi che a cinque giorni dall’inizio dell’invasione il leghista e il suo consulente hanno cenato con Sergey Razov all’ambasciata di Roma. Quando la pressione politica finisce per far cedere anche il Capitano, l’ambasciata russa pubblica la nota di conferma della preparazione del suo viaggio a Mosca.

L’allarme nel governo

Proprio per questo il governo è in allarme. E a Palazzo Chigi si fanno due domande: quanto è forte la pressione politica di Mosca su Salvini, per spingerlo con il viaggio — e con le successive prese di posizione — a modificare la linea fortemente atlantica di Draghi? E quanto forte è la richiesta di spezzare la compattezza del governo e indebolire il fronte europeo?

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