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Imprenditrice italiana arrestata a Zanzibar col marito, dal resort da sogno al carcere duro. L’appello del fratello: «Li hanno incastrati»

18 Giugno 2022 - 10:31 Redazione
Accusati di riciclaggio, Francesca Scalfari e Simon Wood sarebbero stati messi nei guai dalla coppia di ex soci. La famiglia chiede aiuto: «In prigione condizioni disumane»

Francesca Scalfari a Zanzibar, in Tanziania, aveva realizzato i suoi sogni. Una famiglia e una casa trasformata in uno stupendo resort . Cresciuta tra Lombardia e Calabria, ha trascorso gli ultimi 20 anni della sua vita su uno degli arcipelaghi più belli al mondo. Poi è arrivato l’inferno: pochi giorni fa la donna è stata arrestata insieme a suo marito Simon Wood, ingegnere britannico di Preston, con l’accusa di riciclaggio.

«Li vogliono incastrare. Per questo capo d’accusa a Zanzibar non è previsto il rilascio su cauzione», denuncia al Corriere Marco Scalfari, il fratello di Francesca, atterrato sull’isola pochi giorni fa. «Lei si trova in cella con altre sei donne, lui in uno stanzone con 200 uomini, molti sono criminali, gli hanno pure rasato i capelli e tolto il cellulare», racconta. «All’inizio con il suo consueto ottimismo Francesca pensava che si trattasse di un inferno. Invece l’hanno incarcerata».

La coppia è riuscita a mettere su un volo per l’Italia il figlio Luca di 11 anni, che ha raggiunto da solo i nonni materni. E l’appello del fratello di Francesca Scalfari su Facebook ora è il tentativo di far accendere il più possibile i riflettori sulla vicenda. «Voglio far sapere all’Italia ciò che sta passando mia sorella e mio cognato in Zanzibar, la terra che per più di 15 anni è stata la loro casa», scrive.

«Si trovano rinchiusi in carcere, negando la possibilità di fargli visita e di accertarsi del loro stato fisico e mentale. Il mio appello è che tutti possano contribuire condividendo il più possibile la pagina Support for Francesca and Simon per far sì che le “autorità locali” capiscano che non sono sole e che i metodi e le regole che inspiegabilmente stanno attuando sono disumane».

«Li hanno incastrati», l’accusa agli ex soci della coppia

A mettere nei guai la coppia sarebbero stati i loro ex soci, Giovanni Viale e la moglie Isabella, entrambi italiani, originari di Bassano del Grappa. I due dopo aver venduto l’azienda di famiglia si sono
trasferiti in Tanzania dove hanno fondato una Ong. «Si sono conosciuti anni fa a Zanzibar», racconta il fratello di Francesca. «Una volta appreso del sogno di mia sorella di trasformare la loro casa in un resort si sono proposti come finanziatori del progetto. Solo che dopo qualche anno hanno iniziato a fare manovre strane per estromettere Simon e mia sorella dalla società».

Da lì tre cause civili intentate dai due soci contro la coppia ora in cella, «tutte perse». A quel punto «sono tornati all’attacco passando al penale». Al centro della diatriba legale la distribuzione degli utili. Pare che nei primi tre anni, quando la gestione era affidata ai Viale, Francesca e Simon non avessero visto alcun introito. E che la stessa cosa sia successa in seguito a parti invertite. L’ultima sentenza civile stabiliva di liquidare i Viale che però non hanno accettato l’importo, ritenuto troppo basso. «Ora la giustizia penale farà il suo corso, vengono accusati di reati finanziari per i quali si rischiano 20 anni di carcere», spiega Stefano Totisco, vice console onorario a Zanzibar. «Il nostro obiettivo è ottenere i domiciliari».

«Non ci permettono di vederli»

Finora per i familiari della coppia è stato difficile persino ottenere il permesso di visita. «Non ci permettono di vederli, ho potuto incontrarli soltanto una volta per pochi minuti al mio arrivo», fa sapere il fratello. «Soprattutto Simon è in una situazione igienico-sanitaria preoccupante». Finora è stata rifiutata anche la richiesta di visita consolare avanzata dall’ambasciatore Marco Lombardi da Dar es Salaam, la capitale economica della Tanzania, di cui Zanzibar è una regione semiautonoma. Dalla Farnesina intanto si mostrano fiduciosi che nei prossimi giorni il diplomatico possa inviare il suo braccio destro in carcere da Francesca.

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