Omicron, rischio 100 mila positivi al giorno a luglio. Bassetti: «Non chiamatelo più Covid»

Il ministro Speranza: «I contagiati restino a casa»

Non sarà, ancora, un’estate senza Covid: il numero dei contagi giornalieri, quest’anno, segna un netto aumento rispetto al giugno 2020 e 2021. Se nel primo caso, infatti, i casi registrati al 25 giugno erano 296, e l’anno successivo 753, ieri il numero di nuovi contagi è stato 55.829, in lieve calo rispetto al giorno precedente, dove il dato era arrivato a 56.166. Protagonista della nuova ondata è la variante Omicron 5, passata dal 16% dei casi al 34% nel giro di tre settimane. Ma secondo quanto dichiarato a Repubblica da Cesare Cislaghi, ex presidente dell’Associazione italiana di epidemiologia, la colpa non è della maggiore contagiosità di Omicron 5: «La verità è che abbiamo abbassato le difese. Sono appena sceso da un treno con i ragazzi di ritorno dal mare. Tutti spensierati, senza mascherina. Il controllore non ha fiatato».


Aumenta l’Rt, ma non la letalità del virus

I nuovi positivi, infatti, sembrerebbero essere soprattutto giovani: «È l’effetto della socialità e della mancanza di restrizioni», ha commentato Silvestro Scotti, segretario della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg). Incoscienza o meno, un altro dato è certo: l’indice Rt, che misura la potenziale trasmissibilità, ha superato l’unità per la prima volta dallo scorso 8 aprile, attestandosi all’1,07. Secondo Cislaghi, «nelle prossime settimane supereremo i 100 mila casi». Ma una buona notizia c’è, ed è che all’aumento dei contagi non corrisponde una crescita dei decessi: 34 nel 2020, 56 nel 2021, 51 ieri. Fausto Baldanti virologo dell’università e del San Matteo di Pavia, ha spiegato questo trend: «Il virus ha ridotto di molto la sua capacità di infettare le vie respiratorie profonde». Probabilmente anche grazie ai vaccini, che secondo quanto calcolato dall’Imperial College di Londra avrebbero salvato 19,8 milioni di vite.


Bassetti: «Omicron non ha nulla a che vedere con il virus di Wuhan»

A detta dell’infettivologo Matteo Bassetti, a questo punto Omicron «Non ha più nulla a che vedere con [il virus, ndr] di Wuhan che sparse così tanto dolore»: pertanto, aggiunge provocatoriamente, sarebbe il caso di «cambiargli nome». In un’intervista a La Stampa, il direttore dell’Ospedale Policlinico San Martino di Genova ricorda come non dovrebbe allarmarci il numero delle ospedalizzazioni: tra asintomatici, anziani spaventati e immunodepressi in ospedale per altre cause, «i ricoverati veramente per Covid saranno il 20%». Bassetti si è espresso a favore dell’abolizione dell’obbligo di mascherina nei luoghi di lavoro e dell’isolamento per chi è asintomatico: «Spingerebbe anche tanti positivi non dichiarati ad indossare la Ffp2 almeno nei luoghi chiusi, anziché andarsene in giro senza alcuna protezione per non essere scoperti».

Speranza: «No a nuove restrizioni, ma i contagiati restino a casa»

Anche il ministro della Salute Roberto Speranza ha espresso, intervistato da Repubblica, parole rassicuranti: per il momento non sarebbero infatti «all’ordine del giorno» nuove restrizioni, seppure togliere la misura dell’isolamento per i positivi resta fuori discussione: «Chi è contagiato deve stare a casa. Oggi in isolamento ci sono 650 mila persone, non è immaginabile che se ne vadano in giro». A ottobre, promette il ministro, ripartirà la campagna vaccinale con i richiami autunnali. Coinvolgendo il più possibile i presidi territoriali – medici di famiglia e farmacie – e la riapertura di alcuni grandi hub. I vaccini, aggiunge, «sono stati il “game changer”. Sono efficaci e sicuri».

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