Vaiolo delle scimmie, l’Oms: «Al momento non si tratta di un’emergenza sanitaria, ma è necessario proseguire con i monitoraggi»

Secondo il ministero della Salute, in Italia i casi confermati sono 71. L’Organizzazione mondiale della Sanità: «Proseguiamo il monitoraggio e riesamineremo la situazione fra alcune settimane»

Per l’Organizzazione Mondiale della Sanità il vaiolo delle scimmie non può essere ancora considerato un’emergenza sanitaria. È quanto stabilito dal Comitato d’emergenza dell’Oms che ha però sottolineato che «il controllo dell’ulteriore diffusione» del virus «richiede intensi sforzi di risposta». L’Oms ha dunque comunicato che proseguirà con i monitoraggi, assicurando che «fra alcune settimane, quando saranno disponibili ulteriori informazioni, procederemo con un ulteriore riesame per determinare se si sono verificati cambiamenti significativi che potrebbero giustificare una riconsiderazione» sull’eventuale status di emergenza sanitaria. Il Comitato ha poi riconosciuto che «il vaiolo delle scimmie è endemico in alcune parti dell’Africa e che la risposta a questo focolaio deve fungere da catalizzatore per aumentare gli sforzi per combattere» il rischio di una diffusione a lungo termine, in Africa così come negli altri Paesi del mondo.


La diffusione del vaiolo delle scimmie

Attualmente, secondo l’Organizzazione guidata da Tedros Adhanom Ghebreyesus, le infezioni sono state segnalate da 42 Stati per un totale di 2.103 casi confermati e un decesso, secondo i dati aggiornati al 15 giugno scorso. Il numero più alto di contagi si è registrato in Europa. I Paesi più colpiti sono la Gran Bretagna con 524 casi confermati, a seguire la Spagna con 313 infezioni e la Germania con 263 casi. In Italia il numero di casi è più limitato e, stando ai dati dell’Oms, si sarebbero registrati 68 casi, ma secondo i dati forniti sabato scorso dal Ministero della Salute parlano di 71 infezioni confermate. Guardando fuori dai confini europei, il Paese che conta il maggior numero di casi è il Canada, con 159 infezioni, seguito dagli Stati Uniti con 72 casi accertati. L’unico decesso segnalato nel dossier dell’Oms sarebbe avvenuto in Nigeria.


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