Marmolada, calano a 5 i dispersi: sono tutti italiani. Primi avvistamenti con i droni, il capo del soccorso alpino: «Ritrovamenti dolorosi»

Nelle ultime ore, sono emerse notizie di altre cinque persone sopravvissute al disastro di domenica scorsa. Tra loro il 30enne ricoverato a Treviso e una coppia di turisti francesi

Sono scesi a 5 i dispersi, tutti italiani, nella tragedia della Marmolada, rispetto agli 8 di metà giornata, mentre fino a ieri erano 13 stimati dall’ultimo bilancio ufficiale. Fonti investigative citate da Ansa spiegano che nel corso delle ultime ore stanno dando notizie di sé diverse persone risultate scomparse dopo il crollo del seracco sommitale del ghiacciaio di domenica scorsa. Tra i cinque eliminati dalla lista dei dispersi c’è innanzitutto il 30enne ricoverato a Treviso e identificato solo oggi. Ci sono poi due alpinisti francesi, sfiorati dalla frana di ghiaccio e che hanno rivelato di aver visto sulla strada travolta dal crollo altre 12 persone. Un numero che, stando ai 7 decessi finora confermati e i nomi reclamati dalle famiglie, viene considerato dagli inquirenti molto realistico. Ancora oggi le indagini hanno portato all’ascolto di nuovi testimoni, per individuare il numero preciso di persone presenti sul ghiacciaio al momento del disastro. Cifra che finora è stimata su una trentina.


Le ricerche

Proseguono solo con l’aiuto dei droni dei Vigili del fuoco le ricerche dei dispersi. Le operazioni via terra, invece, partiranno solo per il recupero di eventuali ritrovamenti, dopo le perlustrazioni dei droni, così da garantire l’incolumità degli operatori. Per motivi di sicurezza, infatti, vige ancora l’ordinanza del sindaco di Canazei, Giovanni Bernard, che ha disposto il divieto di accesso sul fronte trentino, considerando la zona ancora a rischio crolli. Nelle prime perlustrazioni sono stati ritrovati alcuni indumenti nella zona del disastro, ma non è ancora chiaro se questi appartengano alle vittime del crollo del ghiacciaio.


«Abbiamo trovato tanti reperti in questi ultimi due giorni – il presidente del Corpo nazionale del soccorso alpino, Maurizio Dellantonio – sono delle cose molto dolorose; personalmente posso solo pensare che che quello che c’è sotto è come quello che c’è sopra. Ci sono – ha aggiunto Dellantonio – parti umane, di dimensioni molto piccole, tanti neanche collocabili in una parte del corpo o l’altra. Tutti quanti verranno esaminati per trovare anche un minimo di relazione tra un reperto e l’altro». L’assistente di volo del nucleo elicotteri della Provincia di Trento, Fausto Zambelli, ha spiegato che «si vedrà ora se e come recuperare questi reperti, e se questo significhi che vi sono delle vittime o se appartengono a escursioni storiche precedenti».

I radar sulla Marmolada

A monitorare la Marmolada e il suo ghiacciaio saranno due radar. Uno controllerà gli spostamenti «rapidi tipici delle valanghe» e uno per «sorvegliare quelli più lenti, tipici delle frane». L’installazione dei dispositivi è prevista nella mattinata di oggi, 5 luglio. Tra i tecnici che se ne occuperanno anche Nicola Casagli, professore di Geologia applicata all’Università di Firenze e punto di riferimento della Protezione Civile in questo tipo di situazioni. Casagli non ha ammesso dubbi. Il ghiaccio inevitabilmente proseguirà la sua caduta, poiché è rimasto senza base d’appoggio dopo il distacco del saracco che ha ucciso 7 persone: «nella migliore delle ipotesi cederà a piccoli blocchi, altrimenti in grandi masse» ha spiegato il professore, confermando che il crollo è legato alle «temperature anomale».

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