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Depp vs Heard, l’asso nella manica di Amber per l’appello: «Uno dei giurati si trovava lì per sbaglio»

Secondo i legali dell'attrice, le misure per garantire che l'identità dei giurati corrispondesse a quella dei convocati sono state «eluse o non seguite»

Lo scorso 1 giugno il Tribunale di Fairfax (Virginia) ha emesso il suo verdetto: Amber Heard, secondo i giurati, ha diffamato il suo ex marito Johnny Depp. L’attrice tuttavia non si è mai rassegnata all’esito del processo. Ha immediatamente annunciato il ricorso in appello, nei confronti di una sentenza che i suoi legali hanno definito «incoerente e discordante». Questi ultimi hanno chiesto ufficialmente l’annullamento della condanna. E a questo proposito, ci sarebbe un dettaglio che potrebbe ribaltare tutto. Uno dei membri della giuria, infatti, non avrebbe dovuto trovarsi lì.

Un caso di omonimia

Si sarebbe trattato di un caso di omonimia. Due persone con lo stesso cognome vivevano in Virginia, e l’invito a prender parte alla giuria sarebbe stato inviato a una invece che all’altra. Per questo adesso il team legale di Heard ha chiesto al giudice di dichiarare un errore giudiziario, sostenendo che il diritto dell’attrice al «giusto processo» sia stato violato. L’errore è emerso confrontando le date di nascita dei due individui: il giurato che si è presentato in tribunale risulta essere nato nel 1970. Quello che avrebbe dovuto essere convocato, invece, risulta nato venticinque anni prima.

Sul piede di guerra

Nel documento depositato ieri dal team legale di Heard non vengono indicate le ragioni del qui-pro-quo, nè come quest’ultimo sia stato scoperto. Quel che è certo, a detta loro, è che le misure per garantire che l’identità dei giurati corrisponda a quella dei convocati sono state «eluse o non seguite». E dunque, concludono, «il diritto a un processo con giuria e un giusto processo sono minati e compromessi». La scorsa settimana, gli avvocati di Heard hanno anche affermato che il giudice Penney Azcarate dovrebbe annullare il verdetto perché l’importo assegnato a Depp – 10 milioni di dollari per il risarcimento dei danni e altri 5 milioni per danni punitivi – sarebbe «eccessivo» e «indifendibile». Azcarate, secondo quanto dichiarato dal portavoce del Dipartimento degli affari pubblici della contea di Fairfax, non commenterà l’accusa. Adesso la palla passerà alla Corte d’Appello.

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