In Evidenza ENISiriaUSA
FACT-CHECKINGComplottiCoronavirusTamponi

No! Rothschild non ha brevettato i test Covid-19 già nel 2015

L'indirizzo ci rimanda alla piattaforma Espacenet, sviluppata dall'Ufficio europeo dei brevetti per la ricerca e le domande riguardo questi ultimi

Le teorie complottiste hanno avuto una ricca iniezione di linfa dal Coronavirus, che ha scatenato l’immaginazione di molti utenti sul web. La ricerca di un responsabile che avrebbe artificialmente dato origine alla pandemia, e i suoi presunti interessi nella diffusione del contagio, hanno tenuti impegnati molti investigatori provetti. E quando si parla di poteri forti, il nome dei Rothschild è il primo che viene alla mente.

Per chi ha fretta:

  • Un messaggio che circola sui social sostiene che i test biometrici per il Covid-19 sono stati brevettati già nel 2015 e 2017
  • La prova è in una pubblicazione scientifica in cui figurano le due date
  • In realtà, il riferimento al Sars-Cov2 prima del 2020 è assente nella famiglia di brevetti in questione

Analisi

E se la pandemia da Covid-19 non fosse stato altro che un grande investimento? Questo almeno quello che sostengono alcuni utenti, secondo cui la dinastia dei Rothschild avrebbe investito sui test per accertare l’infezione da Sars-Cov2 anni prima della diffusione mondiale del virus. «[Questa è la] prova che Rothschild ha brevettato i test biometrici Covid-19 nel 2015 e nel 2017», recita un messaggio su Telegram screenshottato e condiviso sugli altri social.

Vediamo come il testo sia accompagnato da un’immagine. Nel frame catturato, viene citato una pubblicazione scientifica, e si evidenzia una nota in cui leggiamo la data 2015. In alto a destra, vediamo che la pubblicazione risale al 3 settembre 2020, e che il suo numero è il seguente: US2020279585 (A1). Abbiamo dunque gli elementi per rintracciare la pubblicazione in questione, che grazie a una semplice ricerca è possibile consultare a questo link.

La confusione sulle due annate

L’indirizzo ci rimanda alla piattaforma Espacenet, sviluppata dall’Ufficio europeo dei brevetti per la ricerca e le domande riguardo questi ultimi. A questo punto, va chiarito che il brevetto originale è registrato con il sistema americano, diverso da quello europeo. Il sito mostra che il deposito è una domanda di «continuazione in parte (CIP)» per un brevetto statunitense, cioè una continuazione parziale di una domanda esistente. Il principio CIP consente a un inventore di collegare un nuovo brevetto con una licenza precedente, purché la vecchia invenzione abbia contribuito allo sviluppo di quella nuova.

La pagina in questione si concentra su un testo dal titolo System and Method for Testing for COVID-19. In esso, tra le note, vengono effettivamente citate le date del 2015 e del 2017, ma non sono da intendere come i momenti del passato in cui hanno visto la luce i test biometrici per il Sars-Cov2.

Il 13 ottobre 2015, infatti, è la «data di priorità», ovvero quando Rothschild ha presentato per la prima volta una domanda provvisoria all’interno di questa determinata famiglia di brevetti. Si tratta cioè del primo deposito di una caratteristica particolare di un’invenzione, in questo caso quella dell’utilizzo di dati biometrici, ovvero quelli relativi a caratteristiche fisiche, fisiologiche o comportamentali di un individuo. Potrebbe essere dunque sintetizzabile come un «antenato» del brevetto del 2020, che con esso condivide l’uso dei dati biometrici ma che non c’entra nulla con il Sars-Cov2. Successivamente sono state presentate una serie di domande di brevetto regolari e non provvisorie per un «Sistema e metodo per l’utilizzo, l’elaborazione e la visualizzazione di dati biometrici».

Il 24 aprile 2017 è invece il giorno in cui è stato depositato un brevetto correlato, ma separato all’interno della famiglia, ovvero quello per un «Sistema e metodo per l’utilizzo, la biometria e la visualizzazione di dati biometrici». Come già discusso, sebbene questo brevetto sia effettivamente un predecessore del sopracitato US20200279585A1, non menziona in alcun modo il COVID-19.

Il brevetto per un sistema che analizza i dati biometrici utili a determinare se l’utente è affetto da COVID-19, invece, è stato richiesto solo nel maggio 2020. Il nome che figura è quello di Richard A. Rothschild, ma un portavoce della società di servizi finanziari Rothschild & Co. – controllata dai celebri banchieri – ha affermato che il richiedente del brevetto non aveva alcun legame con l’azienda. A partire dal 21 ottobre 2020, la domanda è risultata in fase di rilascio da parte dell’Ufficio brevetti degli Stati Uniti.

Conclusioni

Rothschild non ha brevettato i test biometrici per il Covid-19 nel 2015, e nemmeno nel 2017. La confusione nasce dall’aver interpretato in maniera scorretta le due date che appaiono nella pubblicazione scientifica riguardo i metodi per testare l’eventuale contagio da Sars-Cov2. L’affermazione è falsa e basata su un malinteso su come funzionano le domande di brevetto.

Questo articolo contribuisce a un progetto di Facebook per combattere le notizie false e la disinformazione nelle sue piattaforme social. Leggi qui per maggiori informazioni sulla nostra partnership con Facebook.

Leggi anche:

Articoli di FACT-CHECKING più letti