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M5s e doppio mandato, Conte e l’ipotesi di deroga per i big (ma bisogna convincere Grillo)

25 Luglio 2022 - 06:51 Redazione
beppe grillo giuseppe conte regola due mandati ipotesi deroga
beppe grillo giuseppe conte regola due mandati ipotesi deroga
Il leader vuole a tutti i costi un permesso per ricandidare i nomi più in vista. E i suoi fedelissimi. Ma...

Gianroberto Casaleggio diceva che ogni volta che deroghi a una regola praticamente la cancelli. Per Beppe Grillo la regola dei due mandati e a casa è «una luce nelle tenebre». Giuseppe Conte invece una deroga la vuole a tutti i costi. Per scongiurare la diaspora dei big che sarebbe provocata dalla sua applicazione. Perché molti di loro sarebbero «fondamentali» per trainare le liste in tempi di sondaggi magri. Ma anche perché tra quelli che in teoria dovrebbero andare a casa ci sono molti fedelissimi del nuovo corso dell’ex Avvocato del Popolo. Come Roberto Fico, Paola Taverna, Vito Crimi. O i ministri Federico D’Incà e Fabiana Dadone. O ancora Alfonso Bonafede, Gianluca Perilli, Giancarlo Cancelleri. Per questo Conte si sta spendendo per un voto online. Che lasci decidere gli attivisti. E che potrebbe andare in scena il 7 agosto. Ovvero la data entro la quale i programmi dovranno essere chiusi.

Fatta la regola, trovato l’inghippo?

Il Corriere della Sera spiega oggi che nel M5s l’attenzione è tutta su Conte. «Che farà? — si chiedono nel Movimento — Andrà contro quanto ha promesso a molti di noi parlandoci di deroghe o andrà contro il volere di Grillo?». E c’è anche chi si chiede «come sia possibile dare il la a questa situazione politica senza aver già deciso una strategia». In giro ci sono anche ipotesi più apocalittiche. Come quella che vorrebbe i contiani pronti a usare la regola per fare piazza pulita del “vecchio” M5s. O quella che vede Grillo pronto a rimpiazzare i “vecchi” big con suoi fedelissimi. Nel frattempo non si sa nemmeno se anche in occasione delle elezioni politiche del 2022 andranno in scena le Parlamentarie. Ovvero le candidature dalla base da lasciar votare agli iscritti.

In teoria il nuovo statuto grillino le prevede, all’articolo 7 lettera A. Nella pratica, senza una struttura rodata come quella di Rousseau e per i tempi molto stretti alla fine si potrebbe anche soprassedere. Anche se su questo si rischia un nuovo ricorso davanti a un tribunale. Di certo, spiega oggi La Stampa, l’operazione di convincimento del Garante sulle deroghe ai due mandati è iniziata. Ma rischia di trasformarsi in un boomerang. Perché porterebbe a una nuova edizione dei contrasti tra Grillo e Conte. Con la base chiamata a schierarsi con uno o con l’altro. Intanto ieri sul Fatto un editoriale del direttore Marco Travaglio riprendeva un’altra frase di Casaleggio: «Le regole sono al servizio del Movimento, non il contrario». Chissà se basterà.

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