Inflazione: Co2 «fino a 7 volte più cara». E a Torino comincia a mancare l’acqua minerale nei supermercati

Alberto Bertone, a capo della società Sant’Anna, ha deciso di interrompere la produzione di acqua frizzante fino a quando il mercato «ritornerà stabile»

Sul mercato scarseggia l’anidride carbonica, e questo si riflette sugli scaffali dei supermercati. L’acqua con le bollicine sta andando a ruba, la sua produzione è stata ridotta, e ormai i ripiani preposti sono quasi vuoti. Lo riporta Repubblica Torino: racconta che al Pam local di Corso Palestro, per esempio, non è rimasta neanche una bottiglia di acqua frizzante. Anche la catena francese Carrefour starebbe riscontrando difficoltà negli approvvigionamenti. Un primo campanello d’allarme era arrivato dall’imprenditore piemontese Alberto Bertone, a capo della società Sant’Anna, che aveva già annunciato l’abbandono della produzione di acqua con le bollicine: lo stop proseguirà almeno fino alla fine di agosto.


L’impennata del prezzo della Co2

La decisione ha ragioni di natura economica: «Il prezzo della Co2 è cresciuto anche di sette volte. Una cisterna che costava 3 mila euro siamo arrivati a pagarla 21 mila, con grandi ritardi nelle consegne», ha spiegato Bertone a Repubblica. Ma nonostante l’impennata del suo costo, continua a essere insufficiente per le necessità dei produttori. «A volte la Co2 a disposizione permette di fare un lotto di bottiglie da un litro e mezzo, ma non il mezzo litro e chi si aspetta una fornitura di quel tipo resta deluso. Quindi piuttosto della continua incertezza, abbiamo preferito mettere in chiaro che, fino a quando non ci sarà un mercato stabile, le nostre consegne continueranno a essere interrotte», ha concluso. Almeno l’acqua minerale è salva? Sempre purché «a causa del rincaro dell’energia» non inizi a «scarseggiare anche l’azoto», che serve a impedire la proliferazione di microrganismi e a tenere le bottiglie rigide quando sono chiuse.


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