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Sondaggi, l’Italia può diventare quasi tutta blu: la vittoria del centrodestra è schiacciante e il Pd rischia anche nei collegi sicuri

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La simulazione dell'Istituto Cattaneo: 245 seggi alla Camera e 122 al Senato a FdI-Lega-Fi. Solo 28 in totale i posti sicuri per il centrosinistra

245 su 400 alla Camera e 122 su 200 al Senato. Una simulazione dell‘Istituto Cattaneo sui risultati delle elezioni del 25 settembre assegna una vittoria schiacciante al centrodestra. Il 61% dei collegi a Montecitorio e il 69% di quelli di Palazzo Madama andrebbero a Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia. La simulazione parte dalla media dei sondaggi dell’ultimo mese. E spiega qual è l’effetto strappo, ovvero l’addio di Azione all’alleanza con il centrosinistra. 19 collegi uninominali alla Camera e 9 al Senato cambiano assegnazione e vanno al centrodestra. Che a questo punto è vicino all’obiettivo dei 2/3 dei seggi. Quelli necessari per cambiare la Costituzione. Ma Salvatore Vassallo spiega anche che ad oggi questa ipotesi è improbabile. Per arrivarci dovrebbe prenderne altri 6 a Palazzo Madama e altri 20 a Montecitorio.

La simulazione

Con ordine. L’Istituto Cattaneo calcola la sua simulazione partendo dal presupposto che Italia Viva e Azione corrano insieme. Questa sarebbe la proporzione dei seggi alla Camera sommando le quote uninominali, proporzionali e estere: centrodestra: 245, centrosinistra 107, M5s 27, Iv-Az 16, Svp 3, altri 2. Al Senato: centrodestra 127, centrosinistra 51, M5s 12, Iv-Az 7, Svp 2, altri 1. «La nostra base empirica di riferimento – fa sapere l’Istituto Cattaneo – è sempre costituita da un lato dalla media dei sondaggi pubblicati nell’ultimo mese (da cui assumiamo i risultati complessivi), e dall’altro dai risultati delle Europee (che costituiscono il migliore indicatore disponibile riguardo alla distribuzione territoriale del voto)».

I collegi uninominali dati per certi vincenti al centrosinistra sono distribuiti tra Emilia e Toscana. Ovvero nelle zone rosse e nelle grandi città come Milano, Torino, Genova, Roma e Napoli. Altre zone che un tempo erano roccaforti dei Dem oggi appaiono contendibili. E secondo l’Istituto Cattaneo, dopo la scelta di Calenda, il centrodestra conquisterebbe 19 collegi uninominali in più alla Camera e 9 seggi in più al Senato. Per effetto della legge elettorale attualmente in vigore, dopo la riduzione del numero complessivo dei parlamentari, 245 seggi per la Camera dei deputati (122 per il Senato) sono assegnati in collegi plurinominali su base proporzionale.

Il Rosatellum

147 sono assegnati in collegi uninominali (74 per il Senato) con metodo maggioritario (in ciascun collegio vince il seggio il candidato prende più voti). Infine, 8 su base proporzionale (4 per il Senato) nella circoscrizione degli italiani residenti all’estero. I seggi del Senato, anche quelli della quota proporzionale, si assegnano separatamente, regione per regione. Quelli per gli italiani all’estero si assegnano, separatamente, in collegi in cui sono in palio da 1 a 3 seggi. La griglia di partenza dei consensi virtuali sarebbe questa: centrodestra 46%, centrosinistra 30% (Pd, +Europa, Sinistra-Verdi, Impegno Civico), M5S 11%, Calenda-Renzi 6%.

Per avere i due terzi, avverte Vassallo su Domani, il centrodestra dovrebbe vincere nei tre collegi del centro di Milano, in tutti quelli di Napoli e Roma e in Emilia. In questo scenario il centrosinistra conserverebbe solo Firenze, Bologna e Scandicci. Sempre secondo Vassallo, che ne parla oggi a La Stampa, non è il 1994 l’anno elettorale più simile a questo 2022 ma bensì il 2008. All’epoca il secondo governo Prodi cadde e si andò alle elezioni anticipate. Il centrodestra aveva un vantaggio di 15 punti mentre il Pd di Walter Veltroni era all’esordio. La differenza però la fa la legge elettorale: il Porcellum di allora attribuiva alla coalizione vincente il 55%. Con il Rosatellum di oggi la Caporetto è dietro l’angolo.

Foto copertina da: Il Fatto Quotidiano

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