Conte replica a Raggi: «Vi spiego perché non è candidabile. Noi col Pd dopo il voto? Non vedo prospettive»

Il presidente del M5s ha anche rivendicato i «risultati importanti» ottenuti nel Conte II con il Pd al governo, mentre la sindaca di Roma all’epoca aveva avuto una «esperienza personale negativa» con i dem all’opposizione

Sale lo scontro tra Giuseppe Conte e l’ex sindaca di Roma, con l’ex premier che torna a chiarire i motivi per cui Virginia Raggi non sia stata messa nelle condizioni di partecipare alle Parlamentarie per un posto da candidata. Ospite a Contro Corrente su Rete4, Conte ha ribadito che Raggi «non è candidabile», perché «vale il doppio mandato per tutti, considerando quello zero comunque sta svolgendo un terzo mandato». La replica arriva dopo che l’ex sindaca aveva chiarito su Facebook di essere «perfettamente candidabile» nel rispetto nelle regole interne del partito e di non aver corso per un posto in Parlamento per «contrarietà verso le alleanze strutturali e i campi progressisti con i partiti tradizionali», uno scenario plausibile per il Movimento.


Posizione che Conte ricollega «all’esperienza personale negativa» e le molte difficoltà di Raggi nel gestire la giunta comunale con il Pd all’opposizione. Ma «la politica va vista complessivamente», dice l’avvocato. «Noi nel Conte 2 abbiamo realizzato un processo trasformatore della società, risultati importanti avendo il Pd affianco. E anche in alcune amministrazioni locali stiamo lavorando in modo efficace», aggiunge. Nonostante questo, però, Conte non vede all’orizzonte post-elezioni un’alleanza con il Pd: «Non vedo la prospettiva in questo momento, ma vedo la prospettiva di un progetto del M5s che spinga i cittadini ad andare a votare» e che «porti avanti i suoi obiettivi con le unghie e con i denti».


Il commento su Di Battista e Grillo

Poi, interpellato da Veronica Gentili, passa a parlare di Alessandro Di Battista e Beppe Grillo. Sulla scelta del primo di non candidarsi con il Movimento, Conte afferma di non essere sorpreso. «Me lo aspettavo perché ci siamo parlati. Sulla linea politica abbiamo registrato qualche divergenza, forse questa è la ragione principale», dice l’avvocato, spendendosi in buone parole: «Io credo che Alessandro abbia avuto un ruolo principale nel M5s che se è arrivato lì è anche grazie al suo impegno e alla sua grande generosità». E in quanto alla posizione di Di Battista su Beppe Grillo, apostrofato qualche giorno fa «padre padrone», Conte prende le distanze: «Non entro nel loro rapporto personale, mi sembrano parole ingenerose nei confronti di Grillo. E’ una sua opinione. Io e Grillo ci sentiamo ormai quasi tutti i giorni. Siamo entrambi concentrati per rilanciare l’azione del Movimento».

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