No! Il Vaiolo delle scimmie non è un effetto collaterale dei vaccini anti Covid-19

Non è necessario soddisfare i postulati di Koch per dimostrare l’esistenza di un virus

Il nuovo Coronavirus e le varianti Covid non esistono e il Vaiolo delle scimmie sarebbe un evento avverso dovuto ai vaccini. Questa narrazione continua a proliferare nelle condivisioni di Facebook, spesso mediante clip, dove la «virologa e immunologa» Poornima Wagh rivelerebbe il complotto delle case farmaceutiche, sempre impegnate a inventare pandemie e malattie. Ma ripetere delle falsità più e più volte non le trasforma in fatti.

Per chi ha fretta:

  • I postulati di Koch non possono essere applicati in maniera dogmatica.
  • I virus non reagiscono allo stesso modo negli animali e nell’uomo.
  • Per isolare e accertare la presenza di un patogeno, associandolo a una malattia è sufficiente effettuare dei test molecolari su campioni presi dal malato, come la PCR, che riconoscono la sua presenza sulla base della univoca traccia genetica.

Analisi

Poornima Wagh viene presentata come una virologa e immunologa che esercita in California. Nel filmato afferma che un centinaio di furetti a cui aveva iniettato campioni di SARS-CoV-2, risultavano in ottima forma.

IL VIRUS SARS COV 2 NON ESISTE, NON E’ STATO POSSIBILE ISOLARLO

NON C’È SARS-COV-2, NON C’È COVID 19 E NON CI SONO VARIANTI

DR. POORNIMA WAGH:

“HANNO TROVATO LE STESSE COSE CHE ABBIAMO TROVATO NOI. NON HANNO TROVATO LA SARS COV 2, NON HANNO TROVATO IL GENOMA, NON HANNO TROVATO NULLA. NON È STATO TROVATO NULLA

ABBIAMO CHIAMATO ROBERT REDFIELD, DIRETTORE DEL CDC, PER COMUNICARGLI I RISULTATI. CI DISSE: “NON MI INTERESSA COSA AVETE TROVATO, CHIAMATELA SARS-COV-2”.

ABBIAMO CHIESTO AL CDC DI INVIARCI UN CAMPIONE DEL VIRUS ISOLATO. CI HANNO RISPOSTO CHE NON NE AVEVANO, HANNO SMESSO DI RISPONDERE ALLE NOSTRE CHIAMATE E POI IL NOSTRO LABORATORIO È STATO OGGETTO DI UN’INCURSIONE DELL’FBI”.

IL VIRUS E’ STATO INVENTATO PER DEPISTARE LA RICERCA SULLA VERA RAGIONE DEI SINTOMI

UNA NEUROTOSSINA REALIZZATA DAGLI STATI UNITI E DISPERSA NELL’ARIA E NELL’ACQUA E RADIAZIONI ELETTROMAGNETICHE

RIPETIAMO: IL VIRUS SARS COV 2 NON E’ MAI STATO ISOLATO, NON ESISTE ALCUN CAMPIONE

Secondo la narrazione questa sarebbe la prova che il nuovo Coronavirus non esiste e non sarebbe mai stato isolato. Wagh riferisce di aver comunicato i suoi risultati al direttore dei CDC americani Robert Redfield, il quale avrebbe commentato «non mi interessa cos’hai trovato, chiamalo SARS-CoV-2». L’immunologa avrebbe chiesto anche l’invio di «campioni del virus isolato», ottenendo un rifiuto, inoltre il suo laboratorio sarebbe stato «perquisito dall’FBI»:

NON C’È SARS-CoV-2, NON C’È COVID 19, E NON CI SONO VARIANTI..
Monkeypox è un effetto collaterale del VACCINO !!

“Studi su 1500 campioni effettuati da aprile a sett. 2020 in maniera rigorosa e SCIENTIFICAMENTE ACCURATA..Abbiamo trovato solo detriti cellulari umani in decomposizione.. L’investigatore principale ci ha fatto fare 3 giri di test, perché non siamo riusciti a trovare nulla..I furetti iniettati con i campioni isolati positivi al Sars Cov2, erano in ottima forma.

Il CDC la stessa cosa; Non hanno trovato il SARS Cov 2, non hanno trovato il genoma, non hanno trovato nulla..Abbiamo chiamato Robert Redfield Direttore del CDC per comunicargli i risultati. Ha detto

“Non mi interessa cos’ hai trovato, chiamalo SARS-Cov-2”

Abbiamo chiesto al CDC di inviarci un campione del virus isolato. Hanno detto che non ne avevano, hanno smesso di rispondere alle nostre chiamate, il nostro laboratorio è stato perquisito dall’FBI”.

SVEGLIA

Dunque, abbiamo una ricercatrice che col suo team cerca di infettare dei furetti iniettando loro campioni di SARS-CoV-2. Trovandoli in salute deduce che la Covid-19 sarebbe una pandemia inventata. Del resto non viene mai indicato uno studio vero e proprio, preferendo invece le affermazioni dell’immunologa su un filmato che spopola anche su Bit Chute, piattaforma apprezzata dai cospirazionisti di tutto il mondo.

Secondo Wagh verrebbe violato infatti il terzo dei postulati di Koch (criteri con cui si stabilisce la relazione causale tra microorganismo e malattia): «ogni volta che una coltura pura del microrganismo viene inoculata in un ospite sano (ma suscettibile alla malattia), si riproduce la malattia». Ma questi postulati hanno dei limiti e non possono essere considerati in assoluto, senza tener conto delle condizioni di suscettibilità, dei tempi di incubazione, del modo in cui è stata verificata la presenza molecolare del patogeno, eccetera. L’uso dogmatico – dunque improprio -, dei postulati di Koch da parte di complottisti e No vax è cosa nota da tempo.

Innanzitutto non servono a identificare i patogeni, ma la relazione causale tra questi e le malattie. Tuttavia risalgono al 1890, agli albori della microbiologia; molte cose ancora non le potevamo sapere, come l’esistenza di “portatori sani” e asintomatici. Suggeriamo a tal proposito l’analisi dei colleghi di Reuters intitolata «Non è necessario soddisfare i postulati di Koch per dimostrare l’esistenza di un virus». Infatti il miglior modo per attestare la presenza del virus e isolarlo è quello di fare un test molecolare PCR su campioni presi dai pazienti.

Prendendo come oro colato l’idea del tutto campata in aria che il virus non esiste e che non sia mai stato isolato (ne abbiamo trattato qui, qui e qui) allora i vaccini diventano qualcosa di imposto dai Poteri forti e i suoi presunti eventi avversi verrebbero coperti inventando altre patologie, come il Vaiolo delle scimmie; tanto chi crede a queste narrazioni non si fida della PCR, che invece permette di distinguere anche il Monkeypox virus, responsabile della malattia.

Conclusioni

La presenza di un virus e il collegamento con una patologia nell’uomo non si deduce necessariamente coi postulati di Koch, specialmente se si usano degli animali, i quali sono limitati e non possono essere assunti in maniera dogmatica. Per accertare la presenza di un patogeno lo si può isolare attraverso un test molecolare su campioni presi dai pazienti, cosa che avviene ogni giorno in tutto il mondo. Test come la PCR ci permettono anche di distinguere tra patogeni diversi, che differiscono dal genoma; allo stesso modo possiamo isolare il Monkeypox virus e associarlo al Vaiolo delle scimmie, che quindi non può essere usata per coprire i presunti eventi avversi dei vaccini.

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