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La Svezia stronca i test PCR? L’equivoco sui tamponi: perché la positività non va confusa con la contagiosità

01 Giugno 2021 - 08:00 Juanne Pili
La Svezia non stronca alcun test molecolare, precisa solo la differenza tra positivo e contagioso

Rispondiamo alle segnalazioni dei lettori riguardo alla notizia, data da alcune testate seguite dagli ambienti negazionisti, in base alla quale la Svezia avrebbe stroncato i test PCR in quanto non possono misurare la contagiosità dei positivi al nuovo Coronavirus. Questa volta parliamo proprio di disinformazione, perché nella realtà tutti si basano sulle linee guida che stabiliscono la massima affidabilità della PCR nel rilevare le impronte genetiche, in questo caso di SARS-CoV-2.

Per chi ha fretta:

  • Il governo svedese non stronca affatto i test PCR
  • La PCR serve a trovare tracce genetiche non a stabilire la contagiosità
  • Non è una scoperta svedese, si tratta di un dato noto

Analisi

L’affermazione scorretta nell’articolo segnalato dai lettori è la seguente:

«La Svezia afferma che “i test Pcr non possono essere utilizzati per determinare se qualcuno è contagioso”. Sarebbe questa una nuova smentita rispetto a un elemento cardine della strategia dei Governi mondiali per il contenimento del virus».

Si tratta di una narrazione che avevamo già visto quando abbiamo analizzato la sentenza austriaca, che secondo gli ambienti complottisti avrebbe riconosciuto l’inutilità dei test PCR. Analogamente una sentenza portoghese aveva portato alle medesime conclusioni. Riportiamo alcuni passaggi chiave da entrambe, per chiarire meglio come funziona l’analisi molecolare e la differenza rispetto alla stima della contagiosità:

La sentenza [portoghese] cita due «studi» relativi al test PCR sul nuovo Coronavirus pubblicati rispettivamente dall’università di Oxford e The Lancet, ma questi confermano i limiti del test se effettuati da personale non competente. Il documento di Oxford originale cita il numero di cicli (CT) che vanno utilizzati per riscontrare la positività al virus, mentre per quanto riguarda i test a cui sono stati sottoposti i turisti tedeschi non si conosce il numero effettuato mettendo in forte dubbio la loro corretta esecuzione.

«Il valore PCR può fornire solo informazioni indirette sulla quantità di sostanze ricercate – spiega il biologo molecolare Martin Moder – In questo caso, questa sostanza deve essere un’informazione genetica. In linea di principio, i test PCR possono rilevare solo informazioni genetiche. O direttamente, se l’informazione genetica è nel DNA, nel caso del virus può anche rilevare l’RNA».

«Per fare questo, devi prima trascrivere l’RNA in DNA. In linea di principio, questo funziona in modo tale che molte copie di queste informazioni genetiche siano realizzate con l’aiuto di un enzima. Quindi in quel caso è una sezione delle informazioni genetiche del coronavirus. Ne vengono fatte molte copie finché non ci sono abbastanza copie per provare o meno la loro presenza».

«Per fare queste copie, la PCR passa attraverso diversi cicli. Il numero di copie è raddoppiato in ogni ciclo! Questo è il motivo per cui la quantità iniziale esistente può essere determinata indirettamente tramite questo numero di cicli […] Questo è quindi il valore CT di cui si è parlato più e più volte. Il valore CT indica fondamentalmente il numero di cicli che dovevano essere eseguiti durante la PCR prima che l’informazione genetica potesse essere rilevata».

Un modo per capire se una persona è potenzialmente contagiosa è monitorare il positivo con dei test sierologici, oppure stimare la carica virale con test molecolari più approfonditi. Col sierologico, per esempio, possiamo rilevare se sono presenti immunoglobuline M (IgM), gli anticorpi che intervengono subito ma non bastano a neutralizzare il patogeno. A determinare l’immunità è la permanenzaa di immunoglobuline G (IgG) nel tempo.

Cosa dice davvero la Sanità svedese

Coerentemente alle informazioni note alla comunità scientifica, la nota dell’Agenzia svedese per la sanità pubblica, precisa la differenza tra positività e contagiosità:

«La tecnologia PCR utilizzata nei test per rilevare i virus non è in grado di distinguere tra virus in grado di infettare cellule e virus che sono stati neutralizzati dal sistema immunitario e pertanto questi test non possono essere utilizzati per determinare se qualcuno è contagioso o meno. L’RNA dei virus può spesso essere rilevato per settimane (a volte mesi) dopo la malattia, ma non significa che sei ancora contagioso. Ci sono anche diversi studi scientifici che suggeriscono che il contagio da covid-19 è maggiore all’inizio del periodo della malattia».

Folkhälsomyndigheten | La nota che precisa la differenza tra positività e contagiosità

Nella fonte segnalataci si allude anche a una «emergenza sanitaria inventata grazie ai tamponi»:

«La Svezia ha capito che questa è una epidemia di tamponi».

Non di meno, l’emergenza non è dovuta ai casi totali accertati (buona parte sono asintomatici e presintomatici), bensì al carico eccessivo negli ospedali e in particolare nei reparti di terapia intensiva. Per questo si parla in questi casi di «appiattire la curva» dei contagi. Navigando qualche secondo nel sito della Sanità svedese è possibile trovare la pagina dedicata ai test diagnostici riconosciuti. Vediamo che sono praticamente gli stessi usati nei Paesi dell’Unione europea. Sono menzionati anche i molecolari antigenici e PCR:

«I test PCR e i test antigenici vengono eseguiti quando sei malato. Sia i test PCR che i test antigenici vengono eseguiti quando sei malato con sintomi di Covid-19. È anche possibile che ti venga chiesto di testarti in relazione al monitoraggio delle infezioni. I test PCR sono oggi utilizzati su larga scala e vengono eseguiti da operatori sanitari o da soli attraverso il cosiddetto autocampionamento».

Folkhälsomyndigheten | La pagina dove si elenca la PCR tra i test diagnostici riconosciuti in Svezia

Conclusioni

È nota da tempo la pratica scorretta del giornalismo a tesi. Prima di tutto si parte da un titolo che rispecchia un preconcetto: in questo caso l’idea che sia in corso una pandemia inventata. Da questo punto di partenza si adattano le fonti a questa idea: per esempio, la banale nozione di positività distinta da quella di contagiosità e la precisazione dei limiti oltre il quale non si può usare il test PCR.

In questi casi è possibile accertarsi del contesto reale cercando nel sito dell’Istituzione citata le linee guida di base. Tutte si sono adeguate aggiornando i propri portali online con apposite sezioni dedicate alla Covid-19, non fa eccezione la nostra AIFA. Lo stesso succede per l’Istituto Superiore di Sanità, nel cui portale si recisa che il test PCR è raccomandato «se compaiono sintomi riferibili a Covid-19, in caso di sintomatologia dopo aver consultato il medico di medicina generale o il pediatra di libera scelta».

Open.online is working with the CoronaVirusFacts/DatosCoronaVirus Alliance, a coalition of more than 100 fact-checkers who are fighting misinformation related to the COVID-19 pandemic. Learn more about the alliance here (in English).

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