Europei di atletica, la Federazione spegne le polemiche su Jacobs: «Nessuna lite per la rinuncia alla staffetta»

A dirlo Stefano Mei, presidente della Fidal: «È normale che un allenatore voglia preservare l’integrità del suo atleta e che l’atleta pensi di voler correre»

«Marcell Jacobs voleva correre la staffetta, ma quando è andato in pista ha riavvertito un dolore al polpaccio, in un punto diverso da quello della finale dei 100». A dirlo è Stefano Mei, presidente della Federazione italiana di atletica leggera (Fidal), tornando sulla rinuncia dell’ultimo secondo alla staffetta 4×100 del campione olimpico Marcell Jacobs, disputatasi il 19 agosto agli Europei di Monaco di Baviera. Jacobs sarebbe stato disposto a correre, ma il suo allenatore «era un po’ più perplesso». «Ha dovuto rinunciare. Ho voluto io un confronto con lui e il suo allenatore per capire quale fosse la situazione: assolutamente non c’è stata alcuna lite né alterco», ha detto nel tentativo di spegnere le polemiche. Dopo il forfait si era parlato di una discussione con Jacobs, per la mancata sua partecipazione alla gara.


«Jacobs ha avuto il coraggio di andare a Eugene (ai Mondiali, ndr), ma si è dovuto fermare, poi ha avuto il coraggio di venire qui e ha vinto l’oro. Nella vita di un atleta succedono queste cose, ed è normale che un allenatore voglia preservare l’integrità del suo atleta, e che l’atleta pensi di voler correre. Ma io stesso, prima dei Mondiali e di questi Europei, a Marcell avevo detto “se non te la senti non correre”. Sono stato atleta, so cosa vuol dire». Poi, però, ha ammesso: «Forse qualche errore è stato commesso. Tornassimo indietro faremmo forse qualcosa di diverso. Ma è andata così».


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