Tra non poche polemiche, Azione e Italia Viva scelgono di candidare al listino proporzionale del collegio di Bari Massimo Cassano, direttore generale dell’Arpal ed ex sottosegretario al Lavoro nei governi Renzi e Gentiloni. Cassano si stacca così dal centrosinistra del governatore Michele Emiliano, che ha sostenuto finora. «Da oggi in poi metto a disposizione di Azione la mia esperienza e la rete di amministratori. Sono di questo convinto ed ovviamente tutte le mie scelte politiche sono conseguenti e conformi alle iniziative ed alle posizioni che Carlo Calenda assumerà nel panorama nazionale e regionale a cominciare dalla mia collocazione all’opposizione del governo regionale», ha dichiarato Cassano. E aggiunge: «Credo con Azione di rappresentare meglio le istanze di modernità dei miei territori e sono orgoglioso di parlare il linguaggio della verità contro i populismi di destra e di sinistra».
Tra le priorità politiche ha già delineato la necessità, a suo avviso, di realizzare una rete industriale di termovalorizzatori, di gassificatori o rigassificatori. «La crisi energetica ha ridicolizzato quanti in Puglia si sono schierati contro il Tap lisciando il pelo ad un ambientalismo datato ed inconcludente», ha commentato. Cassano sarebbe in seconda posizione dietro Mara Carfagna: potrebbe quindi rientrare in Parlamento. Della sua rete dovrebbe poi esserci a Taranto, Massimiliano Stellato, il capogruppo in Consiglio regionale di Puglia popolare che alle ultime comunali aveva appoggiato il centrodestra.
Il Direttivo di Azione Bari: «Tradimento dei nostri principi»
Oggi il Consiglio Direttivo Azione Bari ha manifestato dissenso per queste candidature in vista delle elezioni del 25 settembre. «La nascita di un polo liberal democratico non può affondare le sue radici nel trasformismo politico. Il programma presentato il 18 agosto da Carlo Calenda contiene forti contraddizioni con la figura politica del candidato Massimo Cassano, autorevole esponente del governo Emiliano in regione Puglia. Non si può combattere un sistema di potere clientelare, assistenzialista, inefficace, anti-sviluppo e culturalmente retrogrado, affidandosi ad alcuni dei suoi più autorevoli protagonisti», si legge in una nota del Consiglio. I nomi del listino proporzionale di Bari sono, a loro avviso, un «tradimento dei principi su cui Azione si è fondata, a partire da quello del riconoscimento del talento e del merito».
E l’attacco va in particolare alla segreteria provinciale e alla segreteria regionale che «non hanno saputo e non hanno voluto opporsi alla delegittimazione degli organi territoriali». Accusano Azione di non aver preso in considerazione le 3 candidature avanzate dal Consiglio Direttivo di Azione Bari e denunciano la scelta poco trasparente del partito. Pertanto, chiedono «di conoscere in dettaglio come sia stata effettuata la selezione delle candidature e come siano state approvate le liste elettorali coinvolgenti il territorio della città di Bari, per la Camera e per il Senato».
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