L’Autorità Garante dice no al duello Meloni-Letta da Vespa (e altrove): «Ci vuole parità di trattamento»

Il parere di Agcom: «Avrebbero un indebito vantaggio rispetto agli altri»

Niente da fare, a meno di colpi di scena il match tv tra Giorgia Meloni e Enrico Letta non ci sarà, almeno in questi trenta giorni di campagna elettorale. Lo ha deciso, e comunicato, poco fa l’Autorità Garante delle Comunicazioni (Agcom). Ecco la spiegazione:: «La programmazione di un unico confronto televisivo tra due soli soggetti politici, nonché le attività di comunicazione ad esso correlate, risulta non conforme ai principi di parità di trattamento e di imparzialità dell’informazione, essendo suscettibile di determinare, in capo ai soggetti partecipanti al confronto, un indebito vantaggio elettorale rispetto agli altri». La decisione di Agcom è arrivata dopo una serie di segnalazioni sul confronto tra Letta e Meloni che dovrebbe tenersi negli studi della trasmissione Porta a Porta alla fine della campagna elettorale. Immediata la risposta di Bruno Vespa: «Mi dispiace. Non avremmo tolto nulla a nessuno e fatto del buon giornalismo. Noi siamo pronti a far confrontare tutti i leader ma è noto che ci sono delle forti resistenze. Pazienza».


Il comunicato diffuso da Agcom

«Al fine di garantire l’applicazione di tale principio – spiega l’Autorità -, le emittenti dovranno tener conto che l’attuale legge elettorale prevede un sistema misto (maggioritario e proporzionale) che, da un lato, per cinque ottavi, prevede l’assegnazione dei seggi in collegi plurinominali in base ad un criterio proporzionale fondato sullo scrutinio di lista, dall’altro consente alle medesime liste di presentarsi (o meno) in coalizione per concorrere all’assegnazione dei rimanenti tre ottavi dei seggi in collegi uninominali in base ad un sistema maggioritario. Tale legge non prevede altresì l’individuazione di un capo della coalizione (laddove invece impone alle liste di indicare il relativo capo politico), né postula necessariamente che l’esito delle elezioni venga determinato dal confronto tra due liste o tra due coalizioni».


«Pertanto, l’interpretazione della disciplina sulla par condicio deve necessariamente conformarsi a tale impostazione, secondo quanto espressamente previsto dalla legge, e in questo senso sono i precedenti dell’Autorità relativi alla scorsa tornata elettorale. Fermo restando quanto stabilito dalla delibera dell’Autorità in materia di confronto fra le forze politiche, la programmazione di un unico confronto televisivo tra due soli soggetti politici, nonché le attività di comunicazione ad esso correlate, risulta non conforme ai principi di parità di trattamento e di imparzialità dell’informazione, essendo suscettibile di determinare, in capo ai soggetti partecipanti al confronto, un indebito vantaggio elettorale rispetto agli altri. Alla luce del quadro normativo e regolamentare sopra richiamato, inoltre, la definizione delle modalità di eventuali confronti fra esponenti politici non può essere rimessa agli esponenti politici medesimi, rientrando, tale definizione, nella responsabilità editoriale dei direttori responsabili dei programmi».

Leggi anche: