Spazio, la Nasa ha ricostruito il canto profondo di un buco nero – L’audio

Attraverso la tecnica della «sonificazione», l’agenzia spaziale americana è riuscita a restiruire il suono del buco nero al centro dell’ammasso di galassie Perseus

Nei giorni scorsi il profilo Twitter Nasa Exoplanets ha condiviso il «rumore» emesso dal buco nero al centro dell’ammasso di galassie Perseus (Abell 426). Questo account è gestito dal team dell’agenzia spaziale americana che si occupa di scovare nuovi pianeti oltre il nostro sistema solare. La Nasa lo ha definito Black Hole Remix e ha spiegato: «Il fraintendimento che nello Spazio non ci sia mai suono è dovuto al fatto che la gran parte dell’Universo è vuoto, e che manchi il mezzo per permettere la propagazione delle onde sonore. Ma un ammasso di galassie è composto da così tanto gas che abbiamo captato un suono. Lo abbiamo amplificato e mixato con altri dati per riprodurre il suono di un buco nero». L’audio, diffuso per la prima volta nel maggio scorso, è frutto di una scoperta fatta nel 2003. Dopo oltre 53 ore di osservazione, i ricercatori della Nasa capirono che le onde di pressione emesse dal buco nero supermassiccio al centro di Abell 426 creavano delle increspature nel gas che, attraverso la tecnica della «sonificazione» e aumentando di decine e decine di ottave le note emesse, potevano essere tradotte in suoni udibili all’essere umano.


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