Elezioni 2022, Fratelli d’Italia allunga sul Pd: Meloni sempre più vicina al 25%. Non decolla il Terzo polo

Secondo Termometro politico, il Movimento 5 Stelle cala al 10,7%. Le rilevazioni a meno di un mese dal voto

A meno di un mese dal voto, i rapporti di forza tra i principali partiti sembrano ormai delineati, almeno secondo i sondaggi. I due schieramenti che si daranno battaglia fino alle urne saranno Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni e il Partito democratico di Enrico Letta, con quest’ultimo costretto a rincorrere. L’ultimo sondaggio condotto da Termometro politico mostra come il divario tra i due partiti si sia allargato dopo gli ultimi dibattiti. FdI ha guadagnato quasi mezzo punto percentuale, mentre il Pd ha perso lo 0,2%. A oggi, il partito di Meloni otterrebbe il 24,7% delle preferenze, mentre quello guidato da Letta il 23,3%.


Nella coalizione di centrodestra, Lega e Forza Italia rimangono pressoché stabili nell’ultima settimana: il Carroccio è fermo al 14,3%, Fi al 7,2%. Nel centrosinistra, invece, +Europa non riesce ancora a superare il 2% (oggi all’1,9%) mentre l’Alleanza Verdi-Sinistra è al 2,5%. Il Movimento 5 Stelle, dopo un periodo di assestamento, registra un altro calo: dall’11,1% è passato al 10,7%. Fatica a decollare il Terzo polo di Carlo Calenda e Matteo Renzi. Azione-Italia Viva rimane ancora sotto il 5%, oggi al 4,8% dopo aver perso lo 0,1%. Poi ci sono tutti gli altri: ItalExit al 2,5%, Italia sovrana 1,7%, Unione popolare 1,5%, Noi moderati 1,2%, Alternativa per l’Italia 1% e Impegno civico 0,8%. L’astensionismo, invece, è dato al 35%.


Le ipotesi dopo il voto

Nel suo sondaggio, Termometro politico ha voluto porre altre le domande ai propri intervistati. Ad esempio: se nessuno degli schieramenti dovesse avere la maggioranza per governare, come si dovrebbero comportare? Per il 35,8% degli italiani, l’incarico dovrebbe essere affidato al principale esponente della coalizione con più voti perché cerchi la fiducia in Parlamento. Il 28,1%, invece, ritiene di dove affidare al premier uscente Mario Draghi un governo di unità nazionale o con i partiti disponibili, mentre il 27,3% è per un ritorno alle urne. Solo il 3,9% sarebbe a favore di un governo di unità non guidato da Draghi. Per quanto riguarda l’ipotesi messa in campo dal centrodestra su un’eventuale elezione diretta del presidente della Repubblica, il 56,6% si dice a favore. Mentre l’idea di eleggere in modo diretto il presidente del Consiglio (proposta da Azione-Italia Viva) trova d’accordo solo l’11,3% degli intervistati.

Leggi anche: