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Iraq, al Sadr annuncia il ritiro dalla politica. I suoi sostenitori assaltano il palazzo presidenziale: scatta il coprifuoco in tutto il Paese – Il video

29 Agosto 2022 - 14:51 Redazione
La decisione del leader sciita arriva mentre i sadristi proseguono le manifestazioni di protesta contro gli sciiti filo iraniani. Due morti negli scontri

Dopo l’ufficiale ritiro dalla politica del leader religioso sciita iracheno Muqtada al Sadr i manifestanti sadristi assalgono il palazzo presidenziale di Baghdad. Dopo mesi di proteste dei suoi sostenitori, che chiedevano lo scioglimento del parlamento iracheno, l’annuncio definitivo di al Sadr è avvenuto poche ore fa tramite Telegram e Twitter. Una decisione che si è temuto fin da subito potesse alimentare le tensioni nel Paese, alle prese da 11 mesi con uno stallo politico e istituzionale per la formazione del nuovo governo. Poche ore dopo dalla comunicazione, i sadristi hanno preso d’assalto la Green Zone di Baghdad, l’area in cui sorgono le ambasciate straniere e i palazzi delle istituzioni. Negli scontri con la polizia nella Zona Verde della capitale due manifestanti sono stati uccisi da spari d’arma da fuoco, riferiscono al Jazeera e al Arabiya. L’esercito iracheno ha annunciato l’introduzione del coprifuoco in tutto il Paese a partire dalle 18 ora italiana.

Alle elezioni di ottobre 2021, il movimento sadrista ha conquistato 73 seggi su 329, diventando la prima forza politica di Baghdad. La non disponibilità dei partiti a lavorare con i propri rivali, però, ha di fatto reso impossibile la creazione di una maggioranza di governo. In una protesta risalente alle fine di luglio, i manifestanti sadristi avevano preso d’assalto il Parlamento e impedito ai rivali politici di al-Sadr, gli sciiti sostenuti dall’Iran, di nominare un nuovo primo ministro, Muhammad al Sudani. A giugno il leader aveva chiesto ai suoi parlamentari di dimettersi in massa per far posto alle riforme, cosa che avevano fatto. Altre volte al Sadr aveva annunciato di voler fare un passo indietro, senza averlo però mai fatto davvero. Ora la Corte Suprema Federale irachena dovrà riunirsi domani, martedì 30 agosto, per decidere se il parlamento verrà sciolto.

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