Cile, bocciato il referendum sulla nuova costituzione: resta in vigore il testo voluto da Pinochet

Nel pomeriggio di oggi il presidente Boric si riunirà con i leader dei partiti per definire il futuro dell’assemblea costituente

Non è passato il referendum sulla nuova costituzione cilena che avrebbe dovuto sostituire quella entrata in vigore nel 1980 durante la dittatura di Augusto Pinochet. Il 62% dei cittadini andati al voto (6 milioni e 944 mila) si è detto contrario, contro il 38% di favorevoli (4 milioni 256 mila). Nel 2020, dopo numerose manifestazioni che avevano dato il la alla stesura di una nuova costituzione, l’80% dei votanti si era espresso a favore di una Carta che superasse i limiti di quella attuale. Un anno di trattative aveva portato a un testo che partiva dalle richieste di maggiori diritti sociali e tutele. Il documento bocciato avrebbe messo nero su bianco la parità di genere negli organi statali e nel governo, avrebbe reso prioritaria la protezione dell’ambiente e riconosciuto l’identità degli indigeni cileni per la prima volta nella storia del Paese.


L’incontro tra Boric e i partiti

La riforma era fortemente caldeggiata dalla coalizione di governo. La percentuale di contrari è andata oltre le aspettative. Il comitato del no ha commentato il risultato definendolo «un gesto di saggezza da parte dei cileni» che avrebbero dato «una sonora lezione all’ala più radicale di sinistra e comunista». Secondo alcuni analisti, citati da Internazionale, è stato decisivo il tentativo di fare passare il nuovo testo senza cercare compromessi nell’assemblea costituente. Per il pomeriggio di oggi è previsto un incontro tra il giovane presidente di sinistra Gabriel Boric e tutti i leader dei partiti cileni per «creare uno spazio di dialogo trasversale» e definire il futuro del processo costituente.


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