La versione di Lodovica Rogati a Domani sul caso Richetti (e altro): «Se parlo io saltano le elezioni»

L’attrice sostiene di non essere la donna dell’inchiesta di Fanpage. Parla di incontri con l’onorevole di Forza Italia Mulé. E aggiunge: «Ma fosse l’ultima cosa che faccio, la carriera di Richetti e Calenda si concluderà, glielo dico io»

Lodovica Mairè Rogati parla con Domani del caso di Matteo Richetti. Nel monumentale colloquio con Emiliano Fittipaldi che occupa due intere pagine del quotidiano sostiene di non essere la donna dell’inchiesta di Fanpage. Ma dice anche che era previsto un secondo articolo sulla vicenda. Conferma di aver pagato 50 mila euro alle vittime di un processo per calunnia nella quale è stata prima condannata e poi prescritta. Minaccia di querelare il quotidiano ma anche la Repubblica, che ieri ha raccontato delle minacce alla titolare di un centro estetico. Poi racconta in maniera sibillina di suoi incontri con l’onorevole di Forza Italia Giorgio Mulé. Che aveva detto al giornale di Stefano Feltri di averla vista per parlare di politica. E dice che se lei parla «saltano le elezioni».


La storia degli incontri con Mulé

Nell’articolo di Domani che raccontava degli approcci con Le Iene e Report si parlava anche di incontri con l’onorevole Mulé. Sostenendo che un amico comune li aveva messi in contatto per la sua associazione contro la violenza sulle donne. Lei smentisce tutto. Poi aggiunge: «Gli ha detto con chi l’ho incontrato? No? Lei non ha neanche idea di chi e di che cosa stiamo parlando. La cosa è molto seria, e non abbiamo neanche parlato per un secondo della mia associazione non profit “Io non ci sto”. Mulé le ha mentito, perché si è trovato con le spalle al muro. La verità? Nessuno ha idea davvero di quale sia. Ma la verità è veramente molto grave. Io devo parlare prima o poi, ma non tanto per me, perché io ho le spalle larghe. È per la mia famiglia. Perché se adesso svelo di che cosa abbiamo parlato a quella cena con Mulé, qui saltano le elezioni». Poi aggiunge: «Attenzione, viviamo nell’era dove si filma tutto, si registra tutto, se si cancellano le chat si recupera tutto, anche quando c’è il politico di turno che fa l’auto-eliminazione. Perché poi arriva Lodovica, si sveglia una mattina, fa recuperare tutto quello che ha, e poi sono cazzi. Il risarcimento che io richiederò sarà milionario, nei confronti di tutti. Io non sono una di quelle femministe che va in giro con le tette per aria e le scritte sul petto». E conclude: «Io sono stata corteggiata con proposte di denaro incredibili per parlare in tv della mia vecchia assoluzione, e non l’ho fatto. Adesso invece lo farò. Mi ha già contattato Mediaset. Se parlo crolla tutto: non importa chi vince o perde le elezioni, si torna a elezioni a Natale».


La versione di Rogati sul caso Richetti

Sul caso Richetti Rogati dice che è gravissimo che Carlo Calenda e il senatore sostengano che la polizia ha dato loro informazioni su di lei. «I pm avrebbero violato il segreto d’ufficio: è un reato. Fanpage non c’entra nulla con me, ma Calenda non poteva certo dare il numero della magistrata che ha chiesto la mia archiviazione alla loro redazione. Non si fa così», dice. Smentisce, come ha fatto ieri in un altro comunicato, di essere la protagonista dell’inchiesta. Fittipaldi le fa notare che la donna che parla nel video sostiene di essere stata perquisita dalla polizia dopo una denuncia per stalking da parte di Richetti. E che al quotidiano risulta una sola perquisizione nel caso: la sua. «Io starei molto attento a ripetere che non ci sono state altre perquisizioni al riguardo. Non prendete per oro colato tutto quello che esce dallo sbirro di turno o dall’amichetto di partito. La polizia sta mentendo, su tante cose!», risponde. Aggiunge che secondo lei Richetti si è auto-scritto i messaggi per denunciarla. E che vuole denunciarlo per calunnia. Afferma però di conoscerlo: «Lui si è contraddetto mille volte sui nostri rapporti. Prima ha detto che mi ha visto una volta, poi due…Se ho avuto una storia con lui? Guardi, il mio telefono bolle, e quindi adesso… Le dico solo che io so bene perché lui ha fatto quella denuncia». Smentisce la versione della storia consensuale con il senatore: «Io ho un compagno da un sacco di anni, poi. Certo potrei essere una che tradisce. Ma poi chiami Richetti scusi, e le chieda di darle quel messaggio dove io lo stalkerizzerei. E già che c’è gli chieda pure se ha mai mandato delle note vocali a delle persone. E se ha mai scritto a qualche donna che si era innamorato e aveva perso la testa per me».

«Non voglio fare la mitomane»

Sul caso aggiunge che con Le Iene non ha parlato del caso: «Con le Iene c’è stato un incontro in cui abbiamo parlato di cose in generale». Conferma di aver incontrato Richetti in Senato, come la persona che parla nell’inchiesta di Fanpage. «Faccia un controllo: siamo sicuri che non ci siano chiamate durate anche più di due ore tra di noi? Era il periodo ottobre-novembre dell’anno scorso», sostiene. Negando però le molestie: «Non voglio fare la mitomane, ma vogliamo far passare davvero la storia che se una ragazza entra in un ufficio di un senatore, e lei ci prova, tipo accavalla le gambe o prova a baciarlo, ci sarebbe davvero un senatore che la scansa, “oddio no”, la manda via e l’accompagna alla porta?». E infine: «Comunque le assicuro che nessuno è saltato addosso a nessuno, nessuno si è spaventato, nessuno è stato accompagnato alla porta, glielo garantisco». Dice che però ci sono tante altre ragazze: «Magari qualcuno le ha messe in contatto tra di loro, magari all’interno del partito qualcuno si è confidato. Voi non avete creduto a questa poveretta. Ma fosse l’ultima cosa che faccio, la carriera di Richetti e Calenda si concluderà, glielo dico io». Conferma anche di aver pagato 50mila euro a due persone che aveva accusato di averla violentata: «Io non ho “dovuto” pagare niente. Ho voluto pagare perché ero ancora molto giovane (aveva 36 anni, ndr) e mio padre voleva che andassi avanti con la mia vita senza strascichi».

Le altre ragazze e la seconda puntata

E ancora: «Mi ero accorta che non stavo ottenendo giustizia in quel processo. Ma in teoria volevo andare avanti, anche perché in passato sono stata condannata in primo grado nella vicenda del tennista a cui avrei mandato dei dvd per vendicarmi, ma poi sono stata assolta in appello perché il fatto non sussiste. Sì, ho pagato 50mila euro, forse anche di più. E quindi? Gli avrò pagato le vacanze a quei due. Ma fosse stato oggi non avrei mollato nemmeno di un centimetro». Nel finale Rogati conclude: «Ma secondo lei davvero non ci sono altre ragazze? Secondo voi dopo un pezzo del genere (Fanpage) non aveva un seguito?» E quando Fittipaldi osserva che potrebbero essere gli audio registrati al commissariato di polizia, risponde: «Oooohhh Gesù di Dio, le si è aperto uno squarcio nella ragione. Ma quelli adesso giustamente stanno fermi. E per ora chi l’ha preso in quel posto sono io».

Leggi anche: