Putin e la minaccia nucleare, gli Usa: «La prendiamo sul serio». Zelensky: «Non credo lo farà»

lntanto il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin ha esortato Mosca e Kiev a trovare «un modo per affrontare le preoccupazioni sulla sicurezza di tutte le parti»

Il discorso di Vladimir Putin di questa mattina ha scatenato inevitabilmente le reazioni di tutta la comunità internazionale. Per i paesi del blocco occidentali, l’interpretazione più condivisa è quella che arriva da John Kirby, portavoce del consiglio per la Sicurezza nazionale, secondo cui le parole del presidente russo sono «chiaramente un segno che è in difficoltà». Kirby è stato il primo esponente del governo americano a commentare pubblicamente le parole del presidente russo, che oggi ha annunciato una «mobilitazione militare parziale» in Ucraina e il reclutamento di 300 mila nuovi soldati. «Ci aspettavamo il richiamo dei riservisti, visto che Putin sta facendo combattere anche i soldati feriti», ha detto Kirby in un’intervista ad Abc News. Il portavoce del consiglio per la sicurezza è tornato anche a parlare del rischio di escalation, ribadendo che gli Stati Uniti «prendono sul serio la minaccia nucleare» da parte di Putin. «Continuiamo a monitorare la loro posizione strategica per capire se è il caso di modificare la nostra. Al momento non ci sono segnali che dobbiamo farlo», ha precisato Kirby, aggiungendo che l’atteggiamento della Russia sul nucleare è da irresponsabili.


Le reazioni di Europa e Nato

Il primo a condannare le parole di Putin è stato il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, che da New York – dove si trova per l’Assemblea generale dell’Onu – ha definito il discorso del leader russo «un atto di disperazione». Secondo Scholz, «Putin non può vincere questa guerra criminale. E con questa ultima decisione non fa che peggiorare le cose». Più cupa la vicepremier spagnola Teresa Ribera, che definisce la mobilitazione militare della Russia «una notizia drammatica, che fa presagire un inverno complicato». Il presidente del consiglio Ue, Charles Michel, fa notare come l’annuncio di una possibile escalation sia arrivato proprio nella giornata internazionale della pace. «In questa guerra c’è un solo aggressore, la Russia, e un solo Paese aggredito, l’Ucraina», ha ricordato Michel. «Il sostegno dell’Ue sarà solido».


Più cupe le parole di Jens Stoltenberg, segretario generale della Nato, secondo cui Putin ha usato «una pericolosa e incauta retorica nucleare». Stoltenberg ha annunciato poi che la Nato sta aumentando la sua presenza sul fronte Est «per fare in modo che non ci siano equivoci a Mosca sulla serietà dell’uso di armi nucleari». La neopremier britannica Liz Truss ha definito «riprovevoli» le parole di Putin e ha ribadito l’intenzione di Londra di continuare ad aiutare anche militarmente Kiev «a difendere la propria sovranità».

Il cauto ottimismo di Kiev

Alle parole del governo americano ha fatto subito eco anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che si è mostrato scettico sul possibile ricorso della Russia alle armi nucleari. «Non credo che il mondo gli consentirà di farlo», ha detto il presidente ucraino in un’intervista alla Bild, aggiungendo però che al momento è impossibile escludere completamente il rischio di un attacco nucleare. «Non possiamo leggere nella testa di questa gente. Ci sono dei rischi», ha aggiunto Zelensky.

La Cina invita al dialogo

Il discorso di Putin ha suscitato una reazione fredda anche da parte della Cina, che ha sollecitato le parti coinvolte a cessare il fuoco e avviare il dialogo. La posizione di Pechino sul conflitto in Ucraina è «coerente e chiara», ha detto il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin, che ha poi esortato «a trovare un modo per affrontare le preoccupazioni sulla sicurezza di tutte le parti».

Nella foto: Incontro tra ambasciatori dei Paesi Nato a Bruxelles, 9 settembre (Ansa)

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