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Ai referendum in Donbass anche gli osservatori italiani: chi sono i putiniani che certificano il voto russo

25 Settembre 2022 - 08:48 Redazione
Un giornalista e ricercatore, un leghista del Sud ma anche un assessore regionale di FdI (che nega tutto)

Ci sono anche alcuni italiani tra gli osservatori internazionali chiamati a certificare la regolarità del voto in Donbass, dove in questi giorni si stanno svolgendo quattro referendum – definiti una «farsa» dai paesi occidentali – di annessione alla Russia dei territori occupati. A svelare la loro identità è l’inviato di Repubblica Corrado Zunino, che ha individuato tre osservatori “neutrali” italiani impegnati in questi giorni nelle regioni di Lugansk e Donetsk. Il primo è Gianfranco Vestuto, direttore del portale Russia News, che nel 2014 aveva bollato la rivolta della popolazione ucraina come «un golpe americano». Intervistato tra i banchetti allestiti in Donbass, Vestuto ha assicurato che «c’è grande trasparenza nell’organizzazione e nello svolgimento del referendum». Napoletano, 62 anni, è stato anche il segretario della Lega Sud Ausonia e oggi guida cinque gruppi Facebook dove diffonde fake news sulla guerra in Ucraina, descritta come un regno di Satana. Il secondo osservatore italiano è Eliseo Bertolasi, giornalista e ricercatore universitario che ha confermato a Repubblica di essere in Donbass «in quanto cronista che va sul posto e verifica». Il terzo nome, però, è forse quello più vistoso: si tratta di Maurizio Marrone, assessore piemontese in quota Fratelli d’Italia. Fin dall’inizio della guerra in Donbass, Marrone ha sostenuto i separatisti russi e nel 2016 ha aperto un’associazione – di cui è stato presidente – in difesa della repubblica di Donetsk. Secondo quanto racconta Repubblica, Marrone è stato più volte sul fronte orientale dell’Ucraina e ha anche sposato una donna del Donbass. Nel 2016, poi, fu promotore in Consiglio regionale di una mozione per condannare le sanzioni economiche contro il Cremlino dopo l’annessione della Crimea. Contattato da Repubblica, l’assessore piemontese ha negato di essere nel Donbass e ha inviato la sua posizione via Whatsapp per certificare la sua presenza a Torino.

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