Guerra in Ucraina, la Russia lancia referendum per l’annessione di Donbass e Cherson. Indignazione di Usa e Europa: «Una grande farsa»

Attesa per il discorso di Vladimir Putin alla nazione. L’ex consigliere del presidente russo Sergei Markov annuncia: «Rimandato a domani 21 settembre»

«Gli Stati Uniti non riconosceranno mai come territorio della Russia quelle aree dell’Ucraina in cui Putin ha annunciato di voler tenere dei referendum per l’annessione». A dirlo è il consigliere per la Sicurezza nazionale americana Jake Sullivan commentando i referendum che dal 23 al 27 settembre chiameranno le popolazioni ucraine di Lugansk, Donestsk e Cherson a votare per l’annessione alla Russia. «Sappiamo che i referendum saranno manipolati. Sono un affronto alla sovranità dell’Ucraina e una violazione delle Carte dell’Onu», ha continuato Sullivan. A commentare l’iniziativa anche il presidente francese Emmanuel Macron: «Si tratta di una grande farsa. I referendum non avranno alcuna conseguenza legale», ha detto a margine dell’Assemblea Generale dell’Onu. «L’unica cosa che esiste è la guerra decisa dalla Russia, la resistenza dell’Ucraina e la fine della guerra che vogliamo». Sulla linea dura anche il cancelliere tedesco Olaf Scholz: «I referendum farsa della Russia per l’annessione del Donbass in Ucraina sono inaccettabili».


La condanna dell’Ue ai «referendum illegali» e la minaccia di nuove sanzioni

L’alto rappresentante dell’UE per gli affari esteri e la politica di sicurezza Josep Borrell ha definito «illegale» i referendum in corso in Ucraina. «Oggi le cosiddette “autorità”, nominate illegittimamente dalla Russia nei territori dell’Ucraina che occupa militarmente, hanno annunciato i preparativi per referendum illegali. Questo è il tentativo della Russia di legittimare il proprio controllo militare illegale e gli obiettivi di modificare con la forza i confini dell’Ucraina in chiara violazione della Carta delle Nazioni Unite e dell’indipendenza, della sovranità e dell’integrità territoriale dell’Ucraina», ha detto Borrell. La posizione del rappresentante Ue è netta: «L’unione europea condanna fermamente questi referendum illegali programmati che vanno contro le autorità ucraine legali e democraticamente elette, violano l’indipendenza, la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina. I risultati di tali azioni saranno nullo e non sarebbe riconosciuto dall’UE e dai suoi Stati membri».


Borrell ha continuato minacciando di nuove sanzioni da riservare a Mosca. «Dall’inizio dell’invasione la Russia ha intimidito, detenuto illegalmente, torturato e rapito cittadini ucraini e una parte significativa della popolazione originaria nelle aree invase è stata costretta a fuggire. Funzionari locali legalmente eletti, in alcuni casi, sono stati sostituiti con la forza. Anche l’accesso a Internet, mezzi di comunicazione liberi e indipendenti e la libertà di espressione sono stati fortemente limitati». Per questo secondo il rappresentante Ue «La Russia, la sua leadership politica e tutti coloro coinvolti in questi referendum e altre violazioni del diritto internazionale in Ucraina saranno ritenuti responsabili e verranno prese in considerazione ulteriori misure restrittive contro la Russia». Dall’Ue arriva la dura dichiarazione anche di Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo: «Per essere chiari: nessun referendum fasullo cambierà la posizione dell’Europa sull’Ucraina e sulla sua integrità territoriale. Né cambierà il fatto che è stata la Russia a invadere l’Ucraina sovrana. L’Europa è al fianco dell’Ucraina».

ll discorso alla nazione di Vladimir Putin rinviato

Nel frattempo l’atteso discorso del presidente russo Vladimir Putin previsto in serata potrebbe essere stato rimandato a mercoledì 21 settembre. Ad annunciarlo il politologo ex consigliere Sergei Markov sul suo canale Telegram e citato da Sky News Uk. Subito dopo a dare conferma della notizia anche la caporedattrice di Russia Today, Margarita Simonyan, che dal suo Telegram ha semplicemente scritto «andate a dormire».

I referendum

Nel duecentonovesimo giorno di guerra in Ucraina, il parlamento dell’autoproclamata Repubblica di Lugansk – nell’est dell’Ucraina – ha approvato all’unanimità una legge per indire un referendum per l’annessione alla Russia. La necessità di questo passo, secondo il consiglio pubblico separatista filo-russo, come scrive la Cnn è «stata causata, tra l’altro, dagli atti di terrore da parte delle autorità ucraine e della Nato». Questa decisione fa seguito a quella presa, lunedì scorso, dal leader della vicina repubblica di Donetsk, Denis Pushilin, che aveva chiesto ai suoi colleghi di Lugansk di «fare tutto il possibile per organizzare al più presto un referendum sull’adesione delle due amministrazioni a Mosca». Richiesta ascoltata. I referendum per l’annessione alla Russia si terranno – secondo le agenzie russe – dal 23 al 27 settembre, precisando che i presidenti delle due regioni orientali dell’Ucraina hanno già firmato il provvedimento per la convocazione del voto. Un referendum sull’annessione alla Russia si svolgerà nella regione di Cherson e a Zaporizhzhia. Ad annunciarlo sono i rispettivi capi dell’amministrazione civile-militare delle regioni occupate dai russi. 

Le dichiarazioni hanno fatto crollare gli indici della Borsa di Mosca di oltre il 10%. Atteso per oggi – secondo la testata online russa Rbc che cita tre fonti vicine all’amministrazione presidenziale – un possibile discorso alla nazione del presidente russo Putin, in merito ai referendum per l’unione alla Russia nei territori delle regioni di Lugansk, Donetsk, Cherson e Zaporizhzhia. Tempestiva, invece, la risposta di Kiev che, tramite il capo dell’Ufficio del presidente ucraino Zelensky, Andriy Yermak, definisce i referendum un «ricatto ingenuo da parte di chi sa combattere solo contro bambini e persone specifiche. Il nemico ha paura, manipola primitivamente». Duro attacco anche da parte del ministro degli Esteri ucraino sui «finti referendum» che – continua Dmytro Kuleba su Twitter – «non cambieranno nulla. E nemmeno qualsiasi mobilitazione ibrida. La Russia è stata e rimane un aggressore che occupa illegalmente parti del territorio ucraino. L’Ucraina ha tutto il diritto di liberare i suoi  territori e – conclude – continuerà a liberarli qualsiasi cosa dica la Russia».

Accuse a Mosca anche da parte dell’Europa. «I referendum di Putin in Ucraina per annettere territori occupati con le armi sono un insulto alla democrazia e alle Nazioni Unite», ha scritto su Twitter il commissario europeo per l’Economia, Paolo Gentiloni.

Nel frattempo, la Duma, la camera bassa del Parlamento russo, ha approvato sempre oggi una serie di emendamenti al codice penale che prevedono il rafforzamento delle pene in caso di «mobilitazione» e legge marziale. Per la renitenza alla leva è prevista una pena fino a dieci anni di reclusione. Gli emendamenti andranno in votazione domani al Consiglio della Federazione prima di essere promulgati dal presidente Vladimir Putin, il quale ha chiesto di ottenere in tempi rapidi l’aumento del volume delle imprese militari russe e di e ridurne i tempi di produzione.

La situazione sul campo: le forze di Kiev riconquistano città nel Lugansk

Mentre sul fronte diplomatico la situazione è in stallo, sul campo l’esercito di Kiev continua a guadagnare terreno. La controffensiva in corso, che la settimana scorsa ha permesso di liberare quasi tutta la regione di Kharkiv, ora si sta spingendo sempre più a oriente. L’esercito di Kiev ha riconquistato, infatti, un villaggio vicino alla città orientale di Lysychansk, nel Lugansk. I russi, ora, non hanno più il pieno controllo su Lugansk, in generale sul Donbass, la regione orientale che ormai mesi fa era diventato l’obiettivo principale della guerra. È stato il governatore della stessa autoproclamata repubblica – Serhiy Haidai – a rendere noto che le forze armate ucraine «hanno preso il pieno controllo di Bilohorivka», un sobborgo di Lysychansk. A Haidai, gli fa eco anche il presidente Zelensky che nel suo video messaggio alla nazione ha avvertito i soldati russi nel Pese: «hanno solo due opzioni: scappare dalla nostra terra o arrendersi».

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