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Monica Cirinnà, Soumahoro, Fiano, Rossi: le incredibili sconfitte di Pd e centrosinistra nei collegi “sicuri”

26 Settembre 2022 - 08:26 Enrico Spaccini
Crollo anche nelle regioni storicamente "rosse". Fratelli d'Italia strappa la Lombardia alla Lega e concede una sola vittoria al Pd

Li chiamavano seggi sicuri. Sì, perché la vittoria del centrodestra, e in particolare di Fratelli d’Italia, è stata così schiacciante da aver ormai tolto ogni sicurezza al centrosinistra. Le Regioni “rosse” sono ormai un lontano ricordo, con un ultimo baluardo rimasto in piedi solo nelle aree centrali dell’Emilia-Romagna. È la Toscana, probabilmente, ad aver regalato le delusioni più grandi e più difficili da digerire per il Pd e tutta la sua coalizione. A cominciare da Enrico Rossi. Pisano di nascita, ha alle spalle 32 anni di carriera politica buona parte della quale vissuta nella sua regione: prima da sindaco di Pontedera, poi da presidente di tutta la Toscana per due mandati consecutivi fino al 2020. In queste elezioni che ha definito in modo inequivocabile «una catastrofe», si è ritrovato come sfidante un altro Rossi: Fabrizio, vicesindaco di Grosseto e coordinatore regionale per FdI. I risultati parlano di un 33,9% contro il 40,7%, con il nuovo Rossi che andrà in Parlamento lasciando in Toscana quello vecchio del Pd.

Il crollo toscano

Ma l’ex presidente di Regione non è l’unico big a essere caduto in Toscana. Anche Andrea Marcucci, presidente della Commissione istruzione pubblica e beni culturali, non è riuscito a superare il suo sfidante Manfredi Potenti. Il senatore leghista ha, infatti, battuto al Senato il collega del Pd per 39,1% a 32,9%: «I risultati vanno sempre rispettati», ha scritto Marcucci su Twitter, «auguro buon lavoro al senatore Potenti». Non ce la fa, seppur con uno scarto minore, nemmeno Stefano Ceccanti. In Parlamento dal 2009, prima come senatore poi da deputato, è stato battuto per 39,8% a 35,1% dal rivale leghista Edoardo Ziello. Infine, l’ex sottosegretario di Stato con Matteo Renzi, Tommaso Nannicini, esce con le ossa rotte dallo scontro con Erica Mazzetti che lo ha surclassato con un 40,2% contro un 33,6%.

Dalla Lombardia solo centrodestra

In Lombardia, invece, il centrodestra ha di fatto stabilito il proprio dominio con FdI che ha prevalso anche sugli alleati della Lega. Emanuele Fiano (Pd), ad esempio, era stato chiamato ad affrontare una delle imprese più ardue: il collegio di Sesto San Giovanni. Il Comune della periferia milanese che una volta era chiamato la “Stalingrado d’Italia”, ma che alle ultime amministrative ha scelto come sindaco per la seconda volta consecutiva Roberto Di Stefano della Lega, ha votato per il 45,4% Isabella Rauti, lasciando al candidato del Pd solo il 30,9% di voti. Inaspettato, invece, il tracollo dell’ex commissario scelto da Enrico Letta per la spending review scelto, Carlo Cottarelli, che ha raccolto poco più della metà di preferenze contro Daniela Santanché: 27,4% contro il 52,2%. L’unico uninominale per il Senato vinto dal Pd in Lombardia è quello di Milano Buenos Aires, dove Antonio Misiani è stato eletto con il 39,07% di schede a suo favore.

Gli altri grandi sconfitti

Che il leader e fondatore di Impegno Civico, Luigi Di Maio, è stato battuto nel collegio di Napoli Fuorigrotta dal pentastellato ed ex ministro dell’Ambiente Sergio Costa si sapeva già prima del termine dello spoglio delle schede. Quando ormai i voti da registrare sono poco più di una manciata, i numeri parlano di 24,3% per l’uscente ministro degli Esteri e di un 40,5% per Costa. Lo stesso discorso vale per Emma Bonino. La candidata di +Europa ha vinto lo scontro fratricida nel collegio Lazio 2 contro Carlo Calenda (33,2% contro 14%). Ma deve comunque lasciare il posto in Parlamento all’esponente del centrodestra Lavinia Mennuni, capace di raccogliere il 36,3% delle preferenze. Nel Lazio, poi, anche Monica Cirinnà è stata battuta: 31,2% contro il 37,1% di Ester Mieli. Il sindacalista Aboubakar Soumahoro era, con Ilaria Cucchi, una delle personalità più di spicco tra i candidati dell’Alleanza Verdi-Sinistra italiana. Ma mentre l’attivista romana è riuscita a vincere in Toscana con un margine del 10% su Federica Picchi, Soumahoro è stato sconfitto per una manciata di voti da Daniela Dondi: 36% contro il 37,4%.

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