Sabotaggio sul Nord Stream, la denuncia di Danimarca e Svezia all’Onu: «Falla provocata da centinaia di chili di esplosivo»

A New York il Consiglio di sicurezza discuterà della fuoriuscita di gas dalle tubature e dell’annessione da parte della Russia dei 4 territori ucraini

I danni riportati sui gasdotti Nord Stream 1 e 2 nel Mar Baltico sono stati causati probabilmente dalla detonazione di «diverse centinaia di chili di esplosivo». Ad affermarlo sono i governi di Danimarca e Svezia, i quali hanno inviato al Consiglio di sicurezza dell’Onu una lettera congiunta nella quale hanno inserito tutte le informazioni in loro possesso e le preoccupazioni sulle perdite di gas che si stanno verificando al largo dell’isola di Bornholm. A darne notizia sono alcuni media locali, come Tv2 che ha intervistato il ministro degli Esteri danese Jeppe Kofod. I due Paesi nordici non prenderanno parte al Consiglio previsto per oggi a New York (alle 20 italiane), durante il quale sarà ascoltata la Russia sia per la questione Nord Stream sia per le annessioni di 4 territori ucraini occupati. Kofod ha confermato che né Danimarca né Svezia hanno chiesto di partecipare, in quanto si tratta di una «questione internazionale», un vero attacco «alle infrastrutture energetiche europee». Nella lettera, inviata «per contribuire alla discussione che si svolge su basi fattuali», è stato inserito il report dei sismologi, che hanno registrato movimenti paragonabili a quelli provocati da esplosioni, e la preoccupazione per l’impatto che queste fuoriuscite potrebbero avere sulla vita marina nel Mar Baltico.


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