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Le truppe ucraine entrano a Lyman, nel Donetsk appena “annesso”, l’esercito di Mosca ammette la ritirata. Kadyrov: «Ora usiamo il nucleare» – Il video

01 Ottobre 2022 - 17:31 Michela Morsa
Le truppe di Kiev avrebbero interrotto le comunicazioni di terra e preso il controllo delle strade. Il ministero della Difesa russo: «Spostati verso posizioni più vantaggiose». Il leader ceceno: «Usiamo il nucleare a basso potenziale»

Sono riuscite ad entrare a Lyman, città orientale nella regione del Donetsk, le truppe ucraine che combattono sul fronte del Donbass. Lo ha affermato l’esercito di Kiev. Il ministero della Difesa ucraino ha confermato la notizia con un post sul suo profilo Twitter: «Le forze d’assalto aereo ucraine entrano a Lyman. L’esercito ucraino ha e avrà sempre il voto decisivo nei “referendum” di oggi e del futuro». Il ministero della Difesa russo, citato da Interfax, ha dichiarato che «a causa della minaccia di essere circondate, le truppe alleate si sono ritirate da Krasny Lyman verso posizioni più vantaggiose. L’esercito ucraino sta subendo perdite considerevoli a Krasny Lyman ma continua ad avanzare». Già da diverse ore, si parlava di soldati ucraini che avevano circondato la città, come aveva riferito su Telegram il capo dell’amministrazione militare ucraina del Lugasnk, Sergiy Gaidai: «Le truppe della Federazione russa, oltre 5mila militari, di stanza nelle città orientale di Lyman sono circondate dall’esercito ucraino. Hanno tre opzioni: fuggire, morire tutti insieme o arrendersi. Hanno fatto appello alla loro leadership con la richiesta di ritirarsi, ma la richiesta è stata respinta dai comandanti della Federazione», riporta Unian. Le truppe ucraine avrebbero interrotto le comunicazioni di terra a supporto dei russi nell’area e avrebbero preso il controllo delle strade, togliendo ai russi la possibilità di ripetere il ritiro di massa come nella regione di Kharkiv.

Stando a quanto scrive Afp, ieri sera era arrivata una parziale conferma dal fronte russo. Un alto funzionario separatista filorusso, Denis Pushilin, aveva ammesso che i russi a Lyman stavano combattendo «allo stremo» e sono in una situazione «difficile». Aveva anche detto che le forze russe erano «parzialmente circondate» dai soldati ucraini. La cattura di Lyman sarebbe una vittoria fondamentale per Kiev, dal momento che costituisce uno snodo ferroviario importante nella regione. Secondo il consigliere del sindaco in esilio di Mariupol, Petro Andriushchenko, sarebbe vicina anche la riconquista della città costiera: «Ieri i cittadini hanno assistito a una battaglia aerea sul villaggio di Urzuf, nel distretto di Mariupol, un aereo da guerra russo ha preso fuoco e ha cercato di raggiungere l’aeroporto di Prymorsko-Akhtarskyi, seguito da una densa scia di fumo. Il ritorno a Mariupol si sta avvicinando. Non si tratta solo della sacca di Lyman», ha detto Anriushchenko, ripreso da Ukrinform.

La minaccia di Kadyrov

A stretto giro, sul suo canale Telegram, è arrivata la reazione del leader ceceno Ramzan Kadyrov che ha proposto a Mosca di valutare l’impiego di armi nucleari a basso potenziale. «Ho sempre detto: non c’è niente di meglio della verità, per quanto amara e dolorosa, ma la verità. Dovrebbero essere prese misure più drastiche, fino alla dichiarazione della legge marziale nelle zone di confine e l’uso di armi nucleari a basso potenziale», ha scritto. Durissimo il giudizio sul comandante del contingente a Lyman, Alexander Lapin: «Non è un peccato che Lapin sia mediocre. Ma che è stato coperto dai suoi superiori nello Stato Maggiore. Se dipendesse da me, declasserei Lapin a soldato semplice, lo priverei dei suoi riconoscimenti e lo manderei al fronte a lavare la sua vergogna con una mitragliatrice». E ancora, sull’uso di armi nucleari a basso potenziale: «Non è necessario prendere ogni decisione pensando alla comunità occidentale-americana, che ha già detto e fatto molto contro di noi. Ieri c’è stata una parata a Izjum, oggi una bandiera a Liman, e domani cosa?».

Video di copertina: @IAPonomarenko, Twitter

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