Migliaia gli arresti e almeno 92 i morti in Iran, secondo l’ong Iran Human Right, ma le proteste scatenate dall’omicidio della 22enne Mahsa Amini, morta per mano della polizia morale che l’aveva arrestata con l’accusa di non aver indossato correttamente l’hijab, non accennano a placarsi. Oggi, dopo più di 15 giorni ininterrotti di manifestazioni, l’ayatollah Ali Khamenei ha rivolto il suo primo discorso pubblico alla Nazione, attraverso la tv di Stato. «Un triste incidente» per il quale «ho il cuore profondamente spezzato», ha definito così la morte di Amini la Guida suprema della Repubblica islamica dell’Iran. Ha sostenuto, però, che le rivolte siano manovrate dai «nemici stranieri» e da quelli interni, che vogliono creare una «situazione di insicurezza per le strade». «Durante i disordini in corso, la polizia, le forze Basij (di mobilitazione, ndr) e la Nazione sono state oppresse. Ci siamo anche dispiaciuti per la morte di Amini, ma la reazione e i disordini nelle strade non sono normali. I nemici hanno abusato della questione per creare insicurezza nel Paese con l’aiuto di alcuni iraniani traditori all’estero», ha dichiarato Khamenei.
«Ogni persona saggia sa che dietro gli incidenti ci sono mani straniere. È stato tutto ideato e pianificato dagli Stati Uniti, dal falso e usurpatore regime sionista e dai loro seguaci», ha detto, accusando apertamente gli Usa e Israele. Poi, deplorando il generale sostegno alle proteste della comunità internazionale, ha aggiunto: «Il presidente degli Stati Uniti e le altre autorità americane e i loro Stati mercenari nella regione, tra cui l’Arabia Saudita, e i loro media affiliati hanno sostenuto i rivoltosi, e in una mossa senza precedenti gli americani hanno detto che forniranno strutture soft e hardware per l’accesso a Internet degli iraniani». La minaccia sarebbe anche interna. Alcune persone che partecipano ai disordini sono, secondo l’ayatollah, membri del gruppo Mojahedin-e-Khalq Organization (Mko, ritenuto terrorista da Teheran), separatisti, monarchici e membri della famiglia dei servizi segreti dello scià spodestato. «La magistratura dovrebbe processarli, compatibilmente con il loro ruolo nei disordini di piazza», ha sottolineato Khamenei, affermando che «tra il piccolo numero di rivoltosi, ci sono anche giovani… Dovrebbero essere puniti in modoche siano consapevoli dei fatti».
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