Ucraina, Putin firma le leggi per l’annessione di 4 Regioni: «Saranno russe per sempre». Kiev: «Iniziata la liberazione del Lugansk»

Prevista una visita a Mosca e alla centrale di Zaporizhzhia di Rafael Grossi, capo dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica

È arrivata questa mattina la firma del presidente Vladimir Putin per approvare le leggi che ratificano l’annessione della regioni ucraine occupate di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Cherson alla Federazione russa dopo l’esito del referendum svolto fra il 23 e il 27 settembre. Se da una parte la comunità internazionale ha più volte detto che non riconoscerà i risultati, dall’altra per il presidente russo, l’esito «non verrà messo in discussione perché – continua Putin – le consultazioni sono state perfettamente trasparenti, convincenti e oggettive». Nonostante Mosca non controlli completamente nessuna delle quattro aree e non sia ancora chiaro dove la Russia stia tentando di stabilire il suo nuovo confine esterno, il testo di legge approvato afferma che «I confini dei nuovi soggetti della Federazione, come risulta dai trattati, saranno determinati dai confini che esistevano il giorno della loro formazione e accettazione nella Federazione Russa». Fino all’elezione dei capi delle nuove regioni quest’ultime saranno guidate da funzionari temporanei. Intanto, il Cremlino ha fatto sapere, tramite il suo portavoce Dmitry Peskov che le regioni annesse saranno russe «per sempre». Ora per Putin, citato dalla Tass, la situazione nelle regioni «sarà stabilizzata» e Mosca potrà, così, «far sviluppare questi territori tranquillamente». Tempestiva la risposta di Kiev che mediante il capo dell’ufficio presidenziale Andriy Yermak, ha affermato che «le cosiddette leggi non valgono neppure la carta su cui sono state firmate». Poi, il monito alla Russia: «L’Ucraina riprenderà tutti i suoi territori».


Nel frattempo, dopo la decisione degli Stati Uniti di inviare più aiuti militari a Kiev, confermata dal segretario di Stato Usa, Antony Blinken, Mosca ora avverte «del pericolo di uno scontro militare diretto tra Russia e Occidente», definendo gli aiuti una «minaccia immediata» per Mosca. L’invio del 22mo pacchetto di aiuti militari all’Ucraina, da agosto dello scorso anno, per Mosca è la prova del fatto che gli Stati Uniti partecipano al conflitto e questo, per l’ambasciatore russo negli Usa, Anatoly Antonov «potrebbe comportare un prolungato spargimento di sangue e nuove vittime». «Chiediamo – quindi – a Washington di fermare le sue azioni provocatorie che potrebbero portare alle conseguenze più gravi». Anche la neo premier Tory, Liz Truss, alla conferenza del partito a Birmingham, ha rivendicato l’impegno britannico ad aumentare le spese per la difesa al 3% del Pil entro il 2030. «La lotta dell’Ucraina è una lotta per la libertà e la democrazia che riguarda anche la nostra sicurezza», ha affermato Truss. «L’Ucraina – continua la premier – può vincere, deve vincere e vincerà».


L’incognita Zaporizhzhia

La centrale nucleare di Zaporizhzhia opererà sotto la supervisione delle agenzie russe competenti dopo la dichiarazione di annessione che ha coinvolto le quattro regioni ucraine occupate. A dichiararlo è il viceministro degli Esteri russo, Sergei Vershinin, citato da Interfax. Per Vershinin, l’obiettivo dovrebbe essere «garantire la sicurezza nucleare e il normale funzionamento della centrale». Prevista, inoltre, una visita a Mosca e alla centrale di Zaporizhzhia – sempre secondo il viceministro degli Esteri russo – di Rafael Grossi, capo dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica. «Confermo le notizie secondo cui Grossi visiterà Kiev e poi Mosca. Non ricordo ora l’ora esatta, ma avverrà nei prossimi giorni», ha detto citato da Interfax

Borrell: «La guerra sta entrando in una fase pericolosa»

Crescono, intanto, le preoccupazioni sul fronte internazionale, con l’Alto rappresentante ella politica estera Ue, Joseph Borrell, che lancia l’allarme: «La guerra è entrata in una nuova fase, ma una fase pericolosa, perché è una guerra tradizionale contro una potenza nucleare: è uno scenario preoccupante». Mosca, ha poi aggiunto Borrell, «continua ad avere superiorità di fuoco e di effettivi. Ora avremo una politica estera chiara verso l’Ucraina, mentre prima era sussidiaria alla nostra politica verso la Russia perché dipendenti dall’energia russa».

La guerra in Ucraina è entrata nel 224° giorno

Mentre il fronte diplomatico si divide tra a annessioni da parte di Mosca delle quattro regioni ucraine, circa il 18% del territorio ucraino e misure per contrastare la crisi energetica, sul campo si continua a combattere. La controffensiva ucraina continua ad avanzare e Kiev, tramite il capo dell’amministrazione militare regionale Sergy Gaidai, ha affermato di aver iniziato «la liberazione della regione di Lugansk», una dei 4 ‘Oblast annessi da Putin alla Federazione russa, ribadendo – inoltre – che «diversi insediamenti sono già stati liberati». Non solo la regione di Lugansk, ma l’esercito ucraino ha riferito di aver riconquistato altri villaggi anche nella regione di Cherson, dove è stata issata la bandiera nazionale nei villaggi di Liubymivka, Khreschenivka, Zolota Balka, Biliaivka, Ukrainka, Velyka e Mala Oleksandrivka. Dopo il via libera da parte dell’Ue all’ottavo pacchetto di sanzioni a Mosca, Zelensky ha chiesto l’istituzione di un tribunale speciale per  «il crimine di aggressione contro l’Ucraina, in modo che possa punire coloro che, purtroppo, non possono essere perseguiti dalla Corte penale internazionale e da tutte le altre istituzioni giudiziarie disponibili nel mondo».

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