Omicidio Lola Daviet, la nuova pista degli inquirenti: «Una vendetta contro i genitori»

Durante l’interrogatorio la principale sospettata, la 24enne Dahbia, avrebbe raccontato di una lite con i genitori della bambina, impiegati nella portineria della palazzina

Prima il traffico d’organi, poi l’assenza di un motivo e ora la vendetta verso i genitori: sarebbe questa l’ultima pista seguita dagli inquirenti francesi che indagano sulla morte di Lola Daviet, 12 anni, il cui corpo straziato è stato ritrovato in un baule venerdì 14 ottobre a Parigi. Quella sera gli agenti sono arrivati nel 19esimo arrondissement parigino su segnalazione di un senzatetto che ha rinvenuto la valigia e da allora è stato un susseguirsi di dettagli sempre più agghiaccianti e macabri, non solo sulla morte della ragazzina ma anche sui presunti motivi del gesto.


L’interrogatorio di Dahbia B., la principale sospettata

La principale sospettata è Dahbia B., 24 anni, senzatetto, individuata dagli inquirenti grazie alle immagini delle telecamere di sorveglianza della zona: si vede la ragazza avvicinare la dodicenne nell’androne del residence Manin, dove quest’ultima abitava con il fratello e i genitori. Nell’ultimo interrogatorio Dahbia – come raccontato dalla procuratrice Laure Beccuau – avrebbe spiegato di aver trascinato la bambina nell’appartamento della sorella, l’avrebbe costretta a farsi una doccia e poi avrebbe abusato di lei, prima di ucciderla. La bambina è morta per asfissia e poi le sono stati inferti altri colpi. Dahbia era ospite della sorella nello stesso stabile della famiglia di Lola, e nei giorni della sua permanenza nel residence avrebbe discusso con i genitori della bambina, che lavorano lì come custodi e che le avrebbero rifiutato il badge d’accesso alla palazzina. Questo avrebbe scatenato la violenta reazione della sospettata, che nel suo racconto ai magistrati avrebbe anche detto di aver confuso la figlia con la madre. Dahbia è ora indagata per omicidio, stupro di minore, torture e occultamento di cadavere. Un altro uomo è indagato per occultamento di cadavere, mentre le altre due persone arrestate nella stessa indagine sono state rilasciate. Martedì 18 ottobre il presidente francese Emmanuel Macron ha ricevuto all’Eliseo i genitori della vittima per esprimere il suo sostegno.


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