Parigi, un ristoratore caccia due ucraine: «Viva Putin!». Valanga di insulti contro il locale, poi chiede scusa – Il video

Secondo la versione dei fatti del gestore del locale, le ragazze avrebbero esitato troppo prima di scegliere la consumazione obbligatoria

Il proprietario di un ristorante a Parigi, sostenitore di Vladimir Putin, è stato ripreso mentre cacciava dal locale due rifugiate ucraine. «Ha cominciato a gridare “Viva Putin” e ci ha cacciate», hanno raccontato a BfmTv Larrisa e Melisa, le due ucraine di 50 e 18 anni – madre e figlia – che confermano di essere state mandate via dal gestore de Le Cosy Montparnasse a causa della loro nazionalità. È stata la stessa Melisa, 18enne, a filmare con il telefonino la scena avvenuta lo scorso lunedì nel XV arrondissement di Parigi, a pochi passi dalla stazione centrale. Secondo la loro versione, hanno chiesto alla cameriera i prezzi delle bevande proposte dal locale, sottolineando di essere rifugiate ucraine e di non potere spendere troppo. «Pioveva e avevamo molto freddo – ha spiegato Melisa all’emittente televisiva – abbiamo deciso di entrare in quel caffè per bere un tè. Aprendo il menù abbiamo cercato il prezzo delle bevande calde e abbiamo chiamato la cameriera». E poi: «Le abbiamo spiegato che eravamo rifugiate ed era importante per noi sapere i prezzi». La cameriera, però, «ha risposto che gli ucraini non erano i benvenuti», chiamando – inoltre – il gestore del locale che le ha cacciate al grido di «Viva Putin». Secondo la versione dei fatti del gestore, raccontata alla stessa emittente televisiva, le ragazze avrebbero utilizzato il bagno e poi esitato troppo, prima di scegliere la consumazione obbligatoria. Dopo la vicenda, centinaia di utenti hanno iniziato a scrivere su Google recensioni cattive al ristorante del centro di Parigi, mentre molti russi – al contrario – hanno lasciato giudizi positivi per farlo risalire nelle classifiche dei ristoranti parigini.


Incalzato da alcuni clienti, giunti nel locale a seguito della diffusione del video, il gestore non nega l’accaduto per poi chiedere scusa: «I’m sorry for the population of Ukraine».


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