La furia di Draghi al summit Ue prima dell’accordo sull’energia: «Così facciamo vincere Putin»

Il premier uscente si è poi detto soddisfatto delle conclusioni raggiunte. Prima aveva parlato di recessione e rottura dell’unità europea

Forse perché era il suo ultimo Consiglio europeo. Ma quello di ieri è stato particolarmente animato per Mario Draghi. Il premier uscente, nel suo intervento prima dell’accordo sull’energia, ha infatti lanciato un accorato appello all’azione per fronteggiare la crisi energetica. «Recessione», «frammentazione del mercato», «rottura» dell’unità europea e – ciliegina sulla torta – la «vittoria di Putin»: queste le ottimistiche conseguenze che a detta di Draghi avrebbero fatto seguito a un mancato accordo per contenere i prezzi del gas. Lo riferisce l’Adkronos, citando una fonte interna a Bruxelles. La sua arringa aveva destinatari ben precisi: i «potenti» che fanno salire i prezzi opponendosi al tetto sul prezzo del gas. Un modo di pensare, ha sottolineato, che ha già provocato «danni immensi», ci ha portato a «finanziare la guerra» di Mosca e ha «provocato la recessione».


Recessione e rottura dell’unità europea

Un riferimento facilmente indirizzabile a Germania, Olanda, Danimarca, Austria e Svezia, principali detrattori della proposta di un tetto al prezzo del gas dinamico, sostenuta dall’Italia e formulata dalla Commissione europea nel pacchetto di misure presentato dalla presidente Ursula von der Leyen, il 18 ottobre scorso. In base a un principio di «tutela del mercato interno», le conclusioni del Consiglio europeo in bozza risultavano dunque «squilibrate» per SuperMario, in quanto «sui prezzi non c’è nulla di preciso», aveva concluso. Tutto questo avveniva prima del termine del Consiglio. L’esito finale dell’appuntamento, com’è noto, ha portato a un accordo sull’energia. I leader avrebbero stabilito di coordinare i loro sforzi per il raggiungimento di tre obiettivi: fare abbassare i prezzi, garantire l’approvvigionamento e ridurre la domanda. A questo proposito, l’intesa è stata raggiunta su nove diverse misure. Tra queste, rientra «un corridoio di prezzo dinamico temporaneo sulle transazioni di gas naturale per limitare immediatamente gli episodi di prezzi eccessivi del gas», a cui si accompagna un quadro dell’Ue per fissare un tetto al prezzo del gas nella generazione di elettricità. Conclusioni che sembrano aver soddisfatto il presidente del Consiglio: «è andata bene», ha commentato Draghi secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Ansa


L’accordo e i dettagli (che mancano)

Soddisfazione che stride con la richiesta di «precisione» avanzata qualche ora prima. Nonostante il presidente del Consiglio europeo Charles Michel abbia provato a dipingere l’accordo come una dimostrazione dell‘unità europea, infatti, tutti i dettagli devono ancora essere definiti. Il vertice si è concluso intorno alle 2 del mattino a Bruxelles senza una decisione finale sul prezzo massimo del gas dell’UE. E anche dal commento di von der Leyen si desume come siamo ancora in una fase primordiale: «Ora abbiamo una tabella di marcia molto buona e solida per continuare a lavorare sul tema dei prezzi dell’energia». Insomma, poco di fatto. Abbastanza, comunque, per far calare il prezzo di avvio per il gas. Intanto dopo l’annuncio di un nuovo indice complementare per riflettere meglio la situazione dei prezzi del Gln (in quanto secondo la presidente della Commissione «il Ttf non riflette più la vera situazione del mercato») il prezzo in avvio ad Amsterdam ha ceduto il 2,35% a 124 euro al megawattora. La chiusura di ieri era stata a quota 127 euro.

Leggi anche: