Le prove della bomba sporca? Le foto usate dal Ministero della Difesa russo contro l’Ucraina sono scattate in Russia

La propaganda russa utilizza le foto dei propri impianti e di immagini prelevate dal web per incolpare Kiev

La Russia accusa l’Ucraina di voler utilizzare una bomba sporca, carica di sostanze radioattive prelevate dalla centrale nucleare di Chernobyl secondo quanto affermato da TASS. Per provarlo, il Ministero della Difesa russo pubblica in un tweet alcune fotografie per dimostrare le attività illecite da parte di Kiev, ma risultano tutte prelevate dal web e soprattutto scattate in Russia. Le stesse immagini sono state pubblicate sul sito militare russo TVZvezda.

Per chi ha fretta

  • Il Ministero della Difesa russo ha pubblicato una serie di slide con delle foto per sostenere che l’Ucraina stia creando una “bomba sporca”.
  • Le immagini scelte provengono dal web, in particolare dalla Russia e da strutture russe.
  • La foto dei sacchi contenenti materiale radioattivo venne pubblicata nel 2014 da un sito montenegrino. La scritta impressa nei sacchi sembra essere in lingua slovena.
  • La foto di un deposito di scorie risulta estremamente simile a quella della centrale di Zaporizhzhia, ancora oggi sotto controllo russo.

Analisi

Partiamo dal primo tweet del Ministero della Difesa russo, dove leggiamo:

Russian Defence Ministry: According to the information at hand, two organisations of Ukraine have been ! directly ordered to create the so-called #dirtybomb. The works are at their concluding stage.

Il “reattore di ricerca scientifica”

Nella presentazione intitolata «Ukraine’s capacities to create the ‘dirty bomb’» troviamo in basso a destra due foto associate a un “reattore di ricerca scientifica” (“scientific research reactors”).

La stessa foto la troviamo in un sito russo chiamato Sdelanounas.ru dove si parla della centrale nucleare di Beloyarsk, in Russia.

La foto “siberiana”

La foto accanto, quella dove si vede un uomo con degli speciali guantoni per maneggiare del materiale in sicurezza, la troviamo (invertita orizzontalmente) nel sito FB.ru in un articolo riguardante l’impianto russo di Novosibirsk (nel distretto siberiano).

La foto “balcanica”

Nella prima “slide” del Ministero della Difesa russo troviamo a destra un’immagine all’interno di un box intitolato «Development of ‘dirty bomb’» e la seguente descrizione: «Materials used: Uranium-235, Plutonium-239».

L’immagine mostra dei sacchetti con la scritta «Radioaktivno», che pare essere in lingua slovena. Attraverso una semplice ricerca, riscontriamo la stessa foto pubblicata in un articolo del 25 giugno 2014 del sito montenegrino Ceti.me.

Le foto da San Pietroburgo

Proseguiamo con il secondo tweet, dove leggiamo:

@mod_russia : The Kiev regime plans to camouflage the explosion of this kind of ordnance under an extraordinary effect of Russian low-power nuclear warhead that contains highly enriched uranium in its charge.

Nel riquadro dell’ultima immagine a destra leggiamo il titolo «scientific research institutes» e la descrizione «Kharkov Institute of Physics and Technology, Institute for Nuclear Research of the National Academy of Sciences of Ukraine located in Kiev». La foto non ha nulla a che fare con Kiev, è una foto scattata in Russia.

Quello sotto riportato è un articolo di TASS dell’otto febbraio 2021 dove si annuncia l’avvio da parte di Putin di un impianto nell’Oblast di Leningrado (San Pietroburgo). C’è una galleria immagini dove troviamo Putin e un’altra foto.

La terza foto della galleria è quella del reattore PIK presso l’Istituto di Fisica Nucleare di San Pietroburgo, la stessa immagine usata dal Ministero della Difesa russo per sostenere una presunta attività illecita da parte di Kiev.

Una ricerca simile è stata fatta anche da Benkamin Strick.

Il deposito ucraino (sotto controllo russo)

Tornando al primo tweet, riscontriamo una curiosità. Nel box intitolato «Radioactive waste storage sites» troviamo quelli che sembrano essere dei silos.

La struttura mostrata risulta essere molto simile a quella della centrale di Zaporizhzhia, ancora oggi sotto controllo russo.

Attraverso una foto scattata dall’alto, pubblicata sul sito russo Rg.ru, troviamo un gruppo di tre file di silos sullo sfondo accanto a un muro. Se riflettiamo l’immagine usata dal Ministero della Difesa russo, la posizione dei silos e le strutture presenti risultano estremamente simili.

La terza slide su Telegram e la Siria

Nel canale Telegram ufficiale, il Ministero della Difesa russo pubblica una terza slide. La prima immagine a sinistra è stata identificata da Eliot Higgins di Bellingcat.

Si tratta di un’immagine tratta da un set cinematografico siriano dove i Caschi Bianchi fingono un attacco chimico. La stessa scena venne usata dai canali russi come prova per accusare i Caschi Bianchi di creare dei fake.

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