La Lega torna alla carica sulla Flat tax e Quota 41: «Al lavoro per cambiare anche il Reddito di cittadinanza»

La riunione del Carroccio su alcuni temi caldi nell’agenda di governo rischiano di alimentare malumori nella maggioranza. Uno scenario su cui il senatore leghista Borghi frena: «Abbiamo sempre fatto riunioni sull’economia, come gli altri partiti»

«L’estensione della Flat Tax al 15%, quota 41, la riforma del reddito di cittadinanza e la pace fiscale». Sono queste le priorità economiche dell’Italia stilate dalla Lega nel vertice tenutosi oggi a Roma. Ad annunciarlo, con un post su Facebook e Instagram, è il responsabile del programma e coordinatore dei dipartimenti del partito: Armando Siri. Alla riunione era presenti anche il vicepremier Matteo Salvini e il neo ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Nell’incontro, spiega il Carroccio in una nota, si è quindi discusso di come superare la legge Fornero e di interventi strutturali alle cartelle esattoriali. La riunione è avvenuta alla vigilia del voto di fiducia alla Camera sul governo Meloni, con la premier che finora ha sempre mantenuto un certo riserbo sui dossier in cantiere. Non ci sarebbe però il sospetto di voler imporre temi all’agenda del governo, almeno secondo il senatore leghista Claudio Borghi, che sulla vicenda ha provato a gettare acqua sul fuoco: «Era una riunione di partito, penso che anche loro facciano riunioni coi vari dipartimenti. Riunioni sull’economia ne abbiamo sempre fatte, avremmo dovuto sospenderle per l’occasione?». A chi fa notare che queste sono questioni di cui dovrebbe occuparsi il capo del governo con i ministri preposti, Borghi risponde «senza dubbio», specificando che si tratta di temi – dalla flat tax alle pensioni – che vanno anche« concordati con i partner, perché c’è anche Forza Italia»


Come funziona quota 41?

Di Quota 41 si parla sin dalla campagna elettorale e, salvo sorprese, sarà uno dei criteri che il neonato governo Meloni potrebbe adottare per la riforma delle pensioni in cantiere. La Lega vorrebbe un limite “puro”, ovvero slegato dall’età anagrafica e che guardi solo agli anni di contributi del lavoratore. Ciò consentirebbe, quindi, ad alcuni di andare in pensione a età relativamente giovani. Se si prende il caso di una persona che ha iniziato a lavorare a 16 anni, sommati i 41 di contributi, questa potrebbe ritirarsi a 57. Questo sistema viene considerato difficile da sostenere per le casse dello Stato, motivo per cui il governo prevede di associarlo a una soglia anagrafica che potrebbe essere fissato a 61 o 62 anni. Così nascerebbe una Quota 102 o 103 di fatto.


La flat tax è fattibile?

L’altra priorità espressa da Siri è la Flat Tax, che la Lega vorrebbe al 15% almeno per i redditi sotto i 65 mila euro l’anno. Secondo il partito, ciò consentirebbe di far emergere il nero che attualmente sfugge all’agenzia delle entrate. Attualmente, sistemi simili sono in vigore in numerosi Paesi dell’Est Europa. Al momento della riduzione, tutti questi Stati, tra cui Repubblica Ceca, Ucraina e Romania, hanno visto una riduzione delle entrate fiscali. Il timore, quindi, è che per finanziare la misura, l’Italia debba ricorrere a nuovo debito, dato che si tratterebbe di un intervento da 80 miliardi l’anno che porterebbe benefici solo ai redditi superiori ai 30 mila euro.

Leggi anche: