Le chat del 22enne suprematista arrestato a Bari per terrorismo: «Sono armato e pronto al sacrificio estremo»

Nei messaggi raccolti dai pm, Luigi Pennelli scriveva di avere due carabine, una pistola a pallini, mazze da baseball e una balestra

«Pronto al sacrificio estremo e ha recentemente manifestato la volontà di compiere non meglio precisate azioni violente». Queste le parole contenute nell’ordinanza di arresto di Luigi Antonio Pennelli, 22enne originario di Acquaviva delle Fonti e residente nella vicina Sammichele di Bari, portato in carcere questa mattina con l’accusa di arruolamento con finalità di terrorismo e propaganda ed istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa. Dalle indagini, iniziate nel 2021 a seguito di una segnalazione della Digos e dall’Ucigos, è emerso che promuoveva contenuti antisemiti, misogini e di matrice neonazista sul canale Telegram «Sieg Heil» , che dichiarava di sentirsi pronto a compiere azioni violente, e che apparteneva all’organizzazione terroristica suprematista statunitense The Base.


«Era pronto a passare all’azione»

A emettere l’ordinanza di custodia cautelare è stato il gip del Tribunale di Bari su richiesta della Procura della Repubblica. Il giovane era entrato in contatto con il leader di The Base che lo aveva indottrinato a fare proselitismo anche nel nostro Paese. Gli inquirenti hanno trovato complesso perquisire la casa dell’indagato per le contromisure che aveva attuato per garantirsi la sicurezza delle proprie comunicazioni. Secondo l’accusa, il giovane pugliese agiva in Italia come «lone wolf ed era pronto al sacrificio estreme per la difesa della razza bianca». Su web e con il gruppo si presentava come unico referente del movimento sul nostro territorio nazionale: aveva delineato la sua identità informatica come Comandante della Base. Traduceva materiale di propaganda in italiano e aveva creato un gruppo con altri 3-4 membri ai quali si proponeva per eseguire azioni violente. Secondo i pm, «quella dimostrata dall’indagato non è solo una generica messa a disposizione, ma è espressiva della incondizionata disponibilità al compimento di atti esplicitamente eversivi, anche di natura stragista». A incastrare il giovane pugliese è stata la sua attività Telegram, dove Pennelli è stato identificato dall’uso di un display name che, secondo le indagini, era riconducibile a lui.


Le armi

In casa sono state trovate più armi, sulle quali vi erano iscrizioni con l’alfabeto runico – tra cui la “runa othala” – e i nomi dei suprematisti responsabili di attacchi terroristici, Traini, Breivik e Tarrant. Elementi definiti «allarmanti» dai pm perché vi sono analogie tra il materiale sequestrano al giovane pugliese e quello utilizzato da Payton Gendron, il 18enne autore della strage di Buffalo del 14 maggio 2022 che ha ucciso 10 persone ferendone 3. Infatti, anche sulle armi utilizzate da Gendron erano scritti i nomi dei “terroristi bianchi” Tarrant e Breivik nonché simboli specifici dell’ideologia di estrema destra. Per questi motivi, secondo i magistrati di Bari l’intenzione di Pennelli era di «passare all’azione». A confermare di essere in possesso di diverse armi era lo stesso giovane pugliese, che nei messaggi Whatsapp diceva di avere due carabine, una pistola a pallini, una balestra e alcune mazze da baseball. Secondo gli inquirenti, Pennelli stava anche contemplando la possibilità di prodursi armi da sé. Il giovane, infatti, aveva intenzione di «acquistare prossimamente una stampante polimerica (3D) con l’intento di autoprodurre armi in assoluta privacy». Le alternative a questa strada erano due: «l’acquisto sul mercato nero o l’aggressione a una guardia giurata al fine di sottrargli l’armamento», spiegano i pm.

«Minacce contro Liliana Segre»

Nella chat Telegram «Sieg Heil» che avrebbe utilizzato Luigi Pennelli è emerso che l’indagato ha condiviso un video in cui «verrebbero rivolte anche minacce di morte alla senatrice Liliana Segre». Dagli atti giudiziari emerge poi un altro aspetto: secondo gli inquirenti, Pennelli stava lavorando alla stesura di un manifesto da intitolare Fiume di sangue: il culto della razza all’ombra del Kali Yuga.

Cos’è The Base

The Base è un gruppo terroristico neonazista internazionale fondato nel 2018 da Rinaldo Nazzaro, 49enne che vive in Russia. Su di lui sta indagando l’Fbi e, al momento, è emerso che è un ex appaltatore del Pentagono e analista del Dipartimento per la sicurezza interna. The Base si presenta come forza ribelle pesantemente armata intenzionata a impegnarsi in una guerra razziale. In questi anni, infatti, sono passati all’azione in più occasioni pianificando un omicidio e numerose sparatorie di massa. Alcuni Paesi, tra cui Canada e Regno Unito l’hanno segnalata come organizzazione terroristica ufficiale, al pari dell’Isis e ad Al Qaeda.

Foto di copertina: ANSA / POLIZIA | Una foto diffusa oggi dalla polizia pugliese che ritrae Luigi Antonio Pennelli in una skull mask

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