Le condizioni di Putin sull’accordo per il grano tra Russia e Ucraina: «Pronti a lasciare se Kiev viola i suoi obblighi»

È ripreso oggi il traffico di navi del grano nel Mar Nero. Il Cremlino: «Abbiamo chiesto assicurazioni all’Ucraina che i corridoi non saranno utilizzati per scopi militari»

«Abbiamo chiesto assicurazioni e garanzie da parte ucraina che i corridoi umanitari non saranno utilizzati per scopi militari». Questa la precisazione del presidente russo Vladimir Putin – durante un Consiglio di sicurezza dopo che questa mattina il Cremlino aveva annunciato la decisione di rientrare nell’accordo con l’Ucraina sull’esportazione del grano. Il governo di Kiev ha dato a Mosca le sue garanzie che non utilizzerà il corridoio del grano per fini militari. La Russia, però, «si riserva il diritto di recedere dagli accordi se queste garanzie verranno violate da parte dell’Ucraina», ha sottolineato Putin. Il primo ad annunciare la ripresa del traffico di navi con il grano nel Mar Nero era stato questa mattina il presidente della Turchia Recep Tayyip Erdogan, che ha anche riferito la decisione della Russia di rientrare nell’accordo dopo essersi ritirata a seguito dell’attacco del porto di Sebastopoli, in Crimea. Il ministero della Difesa russo ha confermato quanto detto dal presidente turco. Erdogan ha reso noto che in giornata avrà un colloquio con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky per trattare gli ultimi sviluppi del conflitto tra Mosca e Kiev. In questi giorni era già stata paventata da parte di Putin la possibilità che l’accordo potesse riprendere, ma solo dopo «un’indagine dettagliata sulle circostanze di questo incidente, e dopo aver ricevuto da Kiev reali garanzie di rigorosa osservanza degli accordi di Istanbul, in particolare sul non utilizzo del corridoio umanitario per scopi militari». La decisione di rientrare nell’accordo arriva, infatti, a seguito delle garanzie scritte che Mosca ha ricevuto dall’Ucraina sull’inammissibilità dell’uso del corridoio dei cereali per azioni militari contro la Russia. Nonostante il blocco, il 31 ottobre erano comunque partite 12 navi dall’Ucraina dopo che l’Onu e il governo turno avevano messo a disposizione 10 squadre di ispezione per controllare le navi.


Foto di copertina: EPA / MIKHAIL METZEL | Il presidente russo Vladimir Putin durante una video conferenza nel suo resort a Sochi (2 novembre 2022)


Leggi anche: