Se il centrosinistra (sabato prossimo) si fa la guerra sulle manifestazioni per la pace

Il posizionamento sulla questione ucraina si riverbera non solo sulle possibili alleanze di coalizione, ma anche sulla fase congressuale avviata all’interno del Pd

Partecipare, il 5 novembre, alla manifestazione di Roma o di Milano? Un dilemma che può sembrare banale, ma che rivela profonde faglie ideologiche in un’area politica che fatica a compattarsi. Il centrosinistra, diviso, ha perso le elezioni del 25 settembre. Il centrosinistra, se continuerà a essere diviso, rischia la débâcle alle imminenti elezioni regionali. E il posizionamento sulla questione ucraina si riverbera non solo sulle possibili alleanze di coalizione, ma anche sul processo congressuale avviato all’interno del Partito democratico. Tra i primi a staccarsi dalla scelta che sembra prevalere nei Dem – quella di riunirsi a Roma, alla manifestazione di Europe for peace, insieme al Movimento 5 stelle -, c’è l’ex capogruppo a Palazzo Madama, Andrea Marcucci: «Aderisco alla manifestazione del 5 novembre a Milano a sostegno dell’Ucraina – twitta l’ex senatore -. Ci può essere pace solo alle condizioni poste da Kiev e non a quelle dell’aggressore russo. Questa è la posizione sostenuta da sempre dall’Italia, grazie al governo di Mario Draghi, non deve cambiare».


Non scema la tensione tra i due fronti, quello del sit-in “milanese” e quello del corteo “romano”. La manifestazione di Milano è supportata pubblicamente dalle forze politiche che, terminata l’esperienza di Draghi a Palazzo Chigi, hanno continuato a ritenere che la pace non possa prescindere dal sostegno militare all’Ucraina. Azione e Italia Viva se ne sono fatti promotori, invitando però anche gli altri soggetti politici a parteciparvi. «Non ci saranno bandiere di partito», ripetono i più. Marcucci è il primo big tra le file dei Dem ad aderirvi pubblicamente, ma la vicepresidente di Azione Giulia Pastorella ha affermato che altri esponenti del Pd di Milano e provincia vi prenderanno parte. Anche +Europa, alleato del Pd di Enrico Letta alle ultime elezioni, ha raccolto l’invito di Carlo Calenda: «I gruppi milanesi e lombardi di +Europa si stanno attrezzando per esserci – ha dichiarato a Linkiesta Benedetto Della Vedova, segretario nazionale del partito -. Sulla questione ucraina siamo schierati, su queste posizioni, dal 24 febbraio. Per questo per me non è una “contromanifestazione”, ma l’unica manifestazione possibile, quella giusta». Appuntamento all’Arco della Pace, alle ore 16.


Certo è che l’evento meneghino è stato organizzato anche in risposta al corteo romano. Lo conferma la posizione del sindaco del capoluogo lombardo. «In questo momento è sbagliato fare più manifestazioni – ha detto Beppe Sala -. Conoscete il pensiero di Calenda, lui dice “non vado in una manifestazione in cui c’è ambiguità rispetto al supporto all’Ucraina”. È una posizione che capisco, ma preferisco evitare polemiche, lavorare e non andare né da una parte né dall’altra». Circa 500 chilometri più a Sud, quasi in contemporanea, alle ore 12 i manifestanti si ritroveranno in piazza della Repubblica. Alle 13 partirà un corteo verso San Giovanni in Laterano dove, dalle 15, si alterneranno gli interventi dal palco. Organizzata dalla Rete italiana pace e disarmo, la manifestazione romana rientra nella mobilitazione collettiva Europe for peace, un complesso di iniziative che si sviluppano a livello locale in diversi Paesi invocando l’avvio di un negoziato di pace tra Russia e Ucraina.

Nel manifesto ufficiale dell’evento italiano, emerge chiaramente la contrarietà al prosieguo dell’invio di armi a Kiev. «Le guerre e le armi puntano alla vittoria sul nemico ma non portano alla pace: tendono a diventare permanenti ed a causare solo nuove sofferenze per le popolazioni», si legge. Un contrasto netto rispetto alla politica estera perseguita dal passato governo. Giorgia Meloni e il suo ministro della Difesa, Guido Crosetto, si muovono sulla stessa scia di Draghi. «L’Italia continuerà a sostenere con convinzione e determinazione l’Ucraina e le sue forze armate – ha dichiarato Crosetto, sottolineando come il suo dicastero stia procedendo nei tempi concordati per il quinto pacchetto di aiuti militari -. Saremo pronti a proseguire il nostro sforzo finché sarà necessario non vi lasceremo soli in questa guerra a difesa dei valori di democrazia e libertà».

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