Governo Meloni, Cdm: 21 miliardi in deficit contro i rincari. Via libera alla Nadef

Nuove trivelle nell’Adriatico e modifiche al Superbonus

Via libera del Consiglio dei ministri del governo Meloni alla Nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza (Nadef). Secondo lil nuovo Documento il Pil italiano crescerà quest’anno del 3,7%, frenando però l’anno prossimo al +0,6%. La crescita del prodotto interno lordo per il 2022 è stata rivista al rialzo rispetto al documento messa a punto dal governo Draghi che indicava, prima della pubblicazione dei dati Istat del terzo trimestre, una previsione dell’aumento del Pil del 3,3%. Il deficit programmatico per il 2022 è fissato al 5,6% del Pil, a fronte di una stima tendenziale al 5,1%. Per il prossimo anno, il deficit programmatico scenderà al 4,5%, per poi attestarsi al 3,7% nel 2024 e al 3% nel 2025. Ma non solo. L’entità della Manovra 2023, come specificato nel documento della Nadef, viene stimata in circa 21 miliardi, che saranno interamente destinati al contrasto dei rincari energetici e dunque al caro-bollette, secondo quanto riferito da fonti di governo. Durante il Cdm, durato due ore, l’esecutivo ha dato il via libera alla revisione del Supebonus 110%, che passa al 90%, e dovrebbe essere esteso anche alle abitazioni unifamiliari, a patto che siano utilizzate come prima casa da parte dei proprietari con una soglia di reddito ancora da stabilire. Sono scattate le autorizzazioni per implementare le trivellazioni nel Mar Adriatico, per aumentare gli approvvigionamenti di gas. 


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