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Dipinti e sculture saccheggiate dai russi nel museo di Cherson: «Camion verso la Crimea». Il segnale prima della battaglia finale

La denuncia arriva dal museo nazionale di Cherson, che custodiva circa 10mila opere d’arte. Secondo i media ucraini, il saccheggio sarebbe l’ultimo segnale che la battaglia finale per il controllo della città sia ormai imminente

Dai territori occupati, le truppe russe non starebbero rubando solo mezzi di trasporto e oggetti di uso quotidiano dalle case degli ucraini, ma anche opere d’arte. In particolare nella zona di Cherson, come riporta il Guardian, i russi starebbero trasportando attraverso il fiume Dnepr diverse sculture e dipinti, oltre che le ossa dell’0amico e amante di Caterina la Grande, Grigory Potemkin, rubate dalla cripta della cattedrale di Santa Caterina. A denunciare i furti era stato anche il museo d’arte di Cherson, che in un post aveva parlato di una cinquantina di persone delle «autorità occupanti» impegnate a portare via parte delle 10mila opere d’arte custodite nell’edificio e attrezzature d’ufficio. All’indignazione per i furti si aggiunge la preoccupazione dei responsabili del museo per l’incolumità delle opere: «non erano imballate in un modo speciale per il trasporto, ma avvolte in stracci». I capolavori rubati sarebbero stati caricati su diversi camion diretti in Crimea, ma non sarebbe stata chiarita la destinazione finale.


La battaglia di Cherson

Il saccheggio delle opere d’arte sarebbe solo l’ultimo dei segnali che la battaglia finale per il controllo della città si stia avvicinando. Nei giorni scorsi, continua il Guardian, diverse persone sarebbero state deportate, con il pretesto di una missione di soccorso umanitario, mentre altri si sono rifiutati di partire. Gli occupanti russi hanno introdotto il coprifuoco 24 ore su 24, con la città ormai svuotata di quasi tutti i suoi residenti. Lo scorso giovedì, la bandiera russa era stata tolta dal palazzo dell’amministrazione regionale, lasciando pensare che i russi stessero per abbandonare la città conquistata lo scorso marzo. Ma secondo i media ucraini, nonostante l’esercito russo sia di fatto circondato, difficilmente lascerà la zona senza combattere.


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