Musei gratis, ancora scintille al ministero della Cultura. Sangiuliano: «L’Italia è troppo generosa». Sgarbi: «Non è questione di soldi, ma di democrazia»

Il ministro della Cultura non è d’accordo con la posizione del sottosegretario. E aggiunge: «Il mio sogno? Far sentire gli italiani di oggi all’altezza del loro passato»

Ancora uno scontro tra il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano e Vittorio Sgarbi, sottosegretario del medesimo dicastero. Il critico d’arte non intende abbandonare l’idea dei musei gratis per i cittadini residenti nelle diverse città italiane: «La gratuità dei musei deve valere per i cittadini della città dove i musei sono situati: i musei devono essere per i cittadini come le biblioteche, dove uno entra, prende un libro, ma non è che paga. Su questo esorto il ministro Sangiuliano a rivedere la sua posizioni. Avendo noi il problema di rieducare gli italiani, credo che il ministro non possa non convenire con me: la questione non deve essere un fatto costoso, ma un fatto democratico». Ma il ministro della Cultura, dopo aver premesso che ha alle spalle «trent’anni anni di amicizia con Sgarbi», durante i quali non vi è stato «nessun litigio», ritiene che la questione della gratuità dei musei «sia un punto di partenza molto utile», sottolineando «di essere assolutamente d’accordo: anche io sono per la conservazione, la tutela, la salvaguardia del patrimonio proprio perché sono un conservatore». Ma non fa marcia indietro sui musei, il cui biglietto va pagato. E ai microfoni di SkyTg24 ha dichiarato: «Abbiamo già la prima domenica gratuita ogni mese. Il Louvre costa 17 euro, il MoMa a New York che prima era gratuito e oggi costa 25 dollari, la Torre Eiffel costa più della Torre di Pisa, che personalmente preferisco. Veder scendere il miliardario americano dal panfilo da 100 milioni di dollari, come mi capita durante l’estate in vacanza a Positano e, in limousine, vederli andare a visitare Pompei un parco archeologico unico al mondo, direi 17,50 euro possono spenderli». Ma non solo. Il ministro Sangiuliano aggiunge: «Già non facciamo pagare tutti i giovani dell’Unione Europea fino ai 18 anni, poi dai 18 ai 25 anni pagano due euro, cifra abbastanza irrisoria, poi come è giusto e sacrosanto non pagano i disabili e poi c’è un sistema di convenzioni per gli anziani e con i comuni, direi che noi italiani siamo già molto generosi». Sgarbi tuttavia aveva precisato già ieri che la gratuità dei musei, a suo avviso, sarebbe stata valida unicamente per i cittadini residenti: «Non vale per gli stranieri, o per i turisti, ma vale per i cittadini della città. Un cittadino di Forlì non paga il museo di Forlì. Paghi il caffè, compri il catalogo, ma non paghi la visita al museo. Come le biblioteche e i cinema anche i musei devono essere spazi comuni agevolati: questo risarcisce una confidenza col museo».


L’ipotesi di indire nuovi bandi per l’assunzione di nuovo personale nei musei italiani

Dopo aver criticato il direttore Eike Schmidt per la decisione di tenere chiuse le Gallerie degli Uffizi di Firenze lo scorso 1 novembre, e la puntualizzazione di Schmidt che ha replicato che la chiusura era dovuta alla carenza di personale museale e che è materia di competenza statale, il ministro Sangiuliano ha osservato oggi che «il personale dei musei è al momento sottodimensionato rispetto alle piante organiche». Secondo gli ultimi dati disponibili dell’Istat (datati 2020) in Italia sono attivi 48mila operatori, di cui 14mila stagisti nelle strutture museali pubbliche. Una cifra ritenuta sottodimensionata dal ministro. Sangiuliano ha dunque annunciato che però «qualcosa sta già cambiando: c’è stato un concorso di 1.052 unità quasi tutte assunte, altre 500 sono arrivate dalle liste di collocamento e ipotizzo nuovi concorsi da bandire e assunzioni a tempo determinato per il Pnrr». «Il mio impegno è riportare o comunque incrementare molto la pianta organica dei musei, puntando soprattutto sui giovani, che sono nativi digitali e che hanno una formazione importante dalle nostre università superiore anche ad altri paesi», ha proseguito il ministro della Cultura. Ma Sangiuliano mette le mani avanti, per far fronte a possibili polemiche su questo “rimpasto generazionale” e spiega: «Far entrare i giovani non vuol dire mortificare le persone di esperienza che lavorano nei musei, ma il nostro patrimonio culturale immenso deve interagire con la realtà digitale dei nostri tempi, qualsiasi museo deve farne i conti, per questo c’è bisogno di nativi digitali, persone in confidenza con le nuove tecnologie, è necessario immettere nei servizi tanti giovani con entusiasmo e amore per la cultura».


Sangiuliano: «Il mio sogno? Far sentire gli italiani di oggi all’altezza del loro passato»

L’obiettivo del ministro della Cultura è quello di «far sentire gli italiani di oggi all’altezza del loro passato. di aprire la cultura alla partecipazione di tutti gli italiani, che si devono sentire eredi di una grande tradizione, quella del Rinascimento, dell’Umanesimo, del mondo greco-romano, penso anche al diritto. Oltre alla cultura materiale c’è anche quella immateriale che dobbiamo rilanciare, la letteratura, la poesia, il diritto appunto. Sogno – conclude Sangiuliano – di tornare a far emergere tutto questo in un percorso da costruire pietra su pietra, cercando di produrre risultati».

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