Sparatoria a Milano contro due senegalesi, la pistola usata non è dei trapper Baby Gang e Simba la Rue. Si cerca il proprietario della “terza” arma

I due trapper, assieme ad altre 9 persone tra cui due minorenni, sono accusati a vario titolo di rissa, lesioni, rapina aggravata e porto abusivo di arma da sparo

La pistola con cui sono stati gambizzati due uomini originari del Senegal in via di Tocqueville a Milano nella notte tra il 2 e il 3 luglio scorso non è la stessa arma sequestrata al trapper Baby Gang (Zaccaria Mouhib), né quella del trapper Simba La Rue (Lamine Mohamed Saida), quando i due giovani vennero arrestati – era il 29 luglio scorso – per l’aggressione e il sequestro del trapper rivale Baby Touché. A esplodere i colpi sarebbe stata dunque una “terza” pistola, che gli investigatori stanno cercando di individuare. È quanto emerso dalle consulenza tecnica disposta dalla Procura di Milano e affidata al Ris dei carabinieri nel corso delle indagini relative alla sparatoria che il 7 ottobre hanno portato all’arresto di 11 giovani, tra cui due minorenni, tutti appartenenti all’entourage dei due trapper. Dalle indagini di polizia e carabinieri, coordinate dal pm Francesca Crupi, era emersa l’ipotesi che a sparare sarebbe stato il 25enne Ndiaga Faya. Ma la pistola utilizzata quella notte, prima di finire nelle sue mani era passata di mano in mano tra le diverse persone presenti. Si cerca dunque il proprietario della terza arma, mentre per le prossime settimane è attesa la richiesta di processo con rito immediato per i nove maggiorenni coinvolti nella sparatoria, accusati a vario titolo di rissa, lesioni, rapina aggravata e porto abusivo di arma da sparo, mentre i due minorenni del gruppo sono stati scarcerati su decisione del tribunale del Riesame.


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