Iran, gli studenti della Sharif University intonano «El pueblo unido jamás será vencido» – Il video

Il brano venne scritto nel 1970 per il presidente cileno Salvador Allende dal compositore Sergio Ortega e divenne inno delle proteste contro la dittatura di Augusto Pinochet, dopo il colpo di Stato dell’11 settembre 1973

È passato oltre un mese dall’assedio da parte delle Guardie della rivoluzione alla Sharif University di Teheran, durante le proteste esplose in tutto il Paese dopo la morte di Mahsa Amini, la 22enne di origine curda morta dopo essere stata arrestata dalla polizia morale perché non aveva indossato correttamente l’hijab. Ma le manifestazioni di dissenso contro il presidente iraniano Ebrahim Raisi e l’ayatollah Khamenei, arrivate ormai all’ottava settimana consecutiva, proseguono. A dispetto degli moniti delle autorità iraniane, gli studenti hanno annunciato che non avrebbero frequentato le lezioni, richiedendo il rilascio incondizionato di tutti gli studenti arrestati, il divieto di mandati di cattura per gli studenti rilasciati, la revoca delle recenti sospensioni accademiche e il ritiro delle forze di sicurezza dalle università del Paese. Su decisione delle autorità iraniane, infatti, a decine di studenti è stato «vietato l’ingresso» nei loro atenei. «Sono state viste lunghe code fuori dall’università per identificare gli studenti a cui non è consentito entrare. Il codice QR sulle carte degli studenti viene utilizzato per identificare questi studenti», secondo quanto riportato da Sharif Today, un media che copre le proteste in corso al politecnico di Teheran. I divieti di accesso alla alla Sharif University sono iniziati lo scorso 22 ottobre. Inizialmente era stato vietato l’accesso all’ateneo a 33 studenti: a oggi ne risultano essere stati stati banditi più di 80. E nel 54esimo giorno di proteste, proprio nel prestigioso ateneo iraniano, gli studenti e i professori si sono uniti insieme e in coro hanno intonato El pueblo unido jamás será vencido (“Il popolo unito non sarà mai sconfitto“) un brano che venne scritto nel 1970 per il presidente cileno Salvador Allende dal compositore Sergio Ortega, e che divenne inno delle proteste contro la dittatura di Augusto Pinochet, dopo il colpo di Stato dell’11 settembre 1973.


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